È un fatto pressoché immutabile: a prescindere dal paese in cui vivete e dalla fase di vita in cui vi trovate, avere dei bambini vi rende molto meno felici rispetto alle persone che non ne hanno. È il cosiddetto divario di felicità dei genitori.
Secondo una nuova ricerca pubblicata sull’American Journal of Sociology, i genitori americani sono particolarmente infelici da questo punto di vista, con il divario più ampio (13 per cento) in un gruppo di 22 paesi industrializzati.
Questa ricerca però dimostra anche che non deve essere per forza così. Alcuni paesi hanno divari più ristretti e altri, tra cui Russia, Francia, Finlandia, Svezia, Norvegia, Spagna, Ungheria e Portogallo, registrano invece un guadagno in termini di felicità per i genitori.
I ricercatori, guidati da Jennifer Glass dell’università del Texas, hanno preso in esame l’impatto che hanno sulla riduzione di questo divario misure come ferie e malattie pagate, e le sovvenzioni per la cura dei figli. Un impatto che secondo i risultati è del 100 per cento.
Nei paesi dove le politiche per la famiglia sono più forti, il divario di felicità dei genitori sparisce del tutto
“In quanto sociologi è raro per noi trovare una spiegazione totalmente esaustiva, ma in questo caso siamo in grado di spiegare in modo esaustivo il divario di felicità dei genitori”, afferma Glass. Nei paesi con politiche per la famiglia più forti “il divario di felicità dei genitori sparisce del tutto, e questo grazie all’aumento della felicità dei genitori e non alla minore felicità di chi non ha figli”, ha scritto la studiosa.
A fare la differenza non è un singolo provvedimento, come per esempio il congedo parentale pagato. È la magia di un insieme di misure che coprono l’intero arco della vita e che consentono alle persone di prendersi cura dei bambini, sostenerli dal punto di vista economico e perfino goderseli di tanto in tanto in vacanza.
La ricerca ha preso in esame 22 paesi europei e anglofoni ricorrendo a rilevamenti fatti prima della recessione, comprese le International social survey del 2007 e del 2008 e le European social survey del 2006 e del 2007. Il gruppo ha creato un indice di misure composto da tre voci che include le combinazioni tra il congedo parentale pagato, le ferie e le malattie pagate e la flessibilità sul lavoro, e ha preso in esame l’effetto delle politiche disponibili nel loro insieme e l’impatto di ciascuna di esse presa singolarmente sulla riduzione del divario di felicità.
Si è scoperto che nei paesi con punteggi alti relativamente all’indice delle politiche complessive non esiste alcun divario e che i genitori sono perfino più felici dei non genitori. I paesi con i punteggi più bassi sono meno felici.
Alti livelli di stress
Non tutte le politiche sono uguali. Glass ritiene che ferie e malattie pagate e sovvenzioni per la cura dei bambini abbiano l’impatto maggiore sull’aumento della felicità sia di chi ha figli che di chi non ne ha. Questo è importante, perché le politiche che usano il denaro ricavato dalle tasse per aiutare i genitori a discapito di chi non ha figli tendono a essere meno popolari.
Ricerche come questa presentano alcuni problemi evidenti. Per esempio, nel complesso gli americani sono stranamente felici. In una scala da 1 a 10 oscillano tra 8 e 10. I francesi collocano i loro livelli di felicità in una posizione intermedia, tra 5 e 7. “Non sappiamo se questo significa che i francesi sono davvero meno felici degli americani o semplicemente che non ritengono appropriato utilizzare gli estremi di una scala”, afferma Glass.
Ma in fin dei conti, perché ci dovrebbe importare della felicità dei genitori?
Per tenere conto di queste differenze culturali, la ricerca si è concentrata sulle differenze tra genitori e non genitori nello stesso paese. I ricercatori si sono chiesti: “Quali fattori sono associati al fatto che i genitori sono meno felici di chi non ha figli tenuto conto del livello medio di felicità del paese?”. Il concetto chiave è quello di associazione (o correlazione) piuttosto che di causalità, impossibile da dimostrare in ricerche di questo tipo.
Non c’è da sorprendersi se la Svezia, con i suoi congedi parentali da sogno, ha genitori più felici (in rapporto ai loro coetanei che non hanno figli) rispetto agli Stati Uniti, dove il congedo pagato non esiste per nessun motivo, né quando si ha un bambino né, tantomeno, quando lo si alleva. La ricerca indica però quali potrebbero essere le politiche più utili.
Secondo Glass, il punto non è che i genitori sono infelici. Spesso ritengono la genitorialità appagante e non vorrebbero cambiare le cose. Tuttavia, i loro livelli di stress tendono a essere superiori e questo può far passare in secondo piano la felicità di guidare un altro essere umano nella vita.
Ma in fin dei conti, perché ci dovrebbe importare della felicità dei genitori? “La felicità dei genitori determina in realtà i livelli di fertilità e i costi che la società deve sostenere per curare malattie legate allo stress”, spiega Glass. “In un sistema poco efficiente nell’offrire sostegno ai genitori, di sicuro si avranno difficoltà a motivare le persone a fare figli e a prendersi cura di loro”.
Al contrario, prosegue, “le persone vogliono avere figli se sono messe nelle condizioni di essere genitori efficienti e lavoratori efficienti”.
(Traduzione di Giusy Muzzopappa)
Questo articolo è uscito su Quartz.
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