Se sarà approvata una proposta della Commissione europea di revisione della direttiva sulle apparecchiature radio che mira a ridurre i rifiuti elettronici, tutti i nuovi telefoni, tablet, fotocamere e console portatili per videogiochi venduti nell’Unione europea (Ue) dovranno usare un caricabatterie standard di tipo
usb-c.
La Commissione spiega che questo regolamento renderebbe la ricarica più conveniente e ridurrebbe l’impatto ambientale della produzione e dello smaltimento dei caricabatterie. Secondo i dati, ogni anno nel territorio dell’Ue finiscono nella spazzatura o in discarica circa undicimila tonnellate di caricatori.
La riforma inoltre costringerebbe i produttori a vendere i futuri dispositivi senza il caricabatterie, perché, avendo creato uno standard comune, la maggior parte delle persone ne avrebbe già uno. Un formato comune di caricabatterie ridurrà i rifiuti elettronici di quasi mille tonnellate all’anno in tutta Europa, sostiene la Commissione, il che lascerebbe fuori comunque circa diecimila tonnellate di rifiuti ogni anno. I computer portatili e altri dispositivi di grandi dimensioni non saranno inclusi nella riforma.
Brevetti e standard
La maggior parte dei modelli di smartphone venduti in tutto il mondo usa già lo standard usb-c, ma alcune aziende, in particolare la Apple, sono contrarie alla proposta, perché, ha dichiarato l’azienda statunitense, “è preoccupata che una rigida regolamentazione, che impone un solo tipo di connettore, soffochi l’innovazione piuttosto che incoraggiarla, un fatto che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo”.
La Apple ha un lungo passato di elusione degli standard industriali e di sviluppo di connettori su cui detiene un brevetto esclusivo. Quando fu lanciato nel 2007, il primo iPhone era dotato di un connettore a trenta pin progettato dalla Apple. Altri telefoni dell’epoca utilizzavano porte micro-usb o altri connettori sottoposti a brevetto esclusivo.
La Apple dice che due anni sono pochi per introdurre il cambiamento, nonostante l’azienda sforni un nuovo modello quasi ogni anno
Questo connettore a trenta pin è stato sostituito nel 2012 da un’altra invenzione della Apple, il lightning, che possedeva una forma simmetrica e che permetteva ai cavi di essere inseriti da entrambe le estremità, a differenza dei precedenti cavi usb con due spine di forma differente. La presa usb-c ha copiato la caratteristica del lightining due anni dopo.
La futura direttiva dell’Ue potrebbe consentire l’adozione di nuovi standard, anche se nella riforma presentata non si prevede un’applicazione automatica in tal senso. Qualunque sarà il ritmo del cambiamento, questo sarà quasi certamente più lento di quello che si avrebbe se le aziende tecnologiche fossero libere di cambiare ogni volta che si presentano dei possibili vantaggi.
La Commissione europea propone di dare alle aziende due anni per effettuare il passaggio alla tecnologia usb-c. Secondo la Apple però si tratta di un tempo troppo breve – nonostante l’azienda sforni nuovi modelli quasi ogni anno – e sostiene che i vecchi modelli dei suoi telefoni tendono a rimanere in vendita come alternative più economiche per i clienti, a volte per diversi anni. Un eventuale cambiamento riguarderebbe probabilmente i nuovi modelli venduti in tutto il mondo, e non si limiterebbe alla creazione di una versione diversa per l’Europa.
Accordo non vincolante
Nel 2009 la Commissione europea aveva tentato un passo simile chiedendo che le porte micro-usb diventassero lo standard per tutti i telefoni, ma alla fine la questione si era risolta in un accordo non vincolante firmato dai produttori. Il provvedimento è riuscito, però, a ridurre i circa trenta connettori esclusivi per ogni dispositivo presenti sul mercato a soli tre: usb-c, micro usb e lightning. Ma i progressi si sono arrestati qui.
La Apple ha firmato l’accordo volontario del 2009, insieme alla Nokia, alla Rim (oggi nota come BlackBerry) e altre, ma ha resistito per altri due anni prima di conformarsi. La sua soluzione ha rispettato i termini previsti dall’accordo, ma forse non lo spirito, offrendo ai clienti la possibilità di acquistare un adattatore separato micro usb a 30 pin, e continuando a vendere telefoni equipaggiati con il suo connettore esclusivo.
Margrethe Vestager, la commissaria Ue per la concorrenza e responsabile delle politiche di sviluppo tecnologico e digitale e telecomunicazioni, ha dichiarato che il settore ha ricevuto “un sacco di tempo per trovare le sue soluzioni”, ma che ora è necessaria un’azione legislativa.
Anche se le proposte dell’Ue non sarebbero vincolanti nel Regno Unito dopo la Brexit, esiste un certo sostegno all’idea da parte dei politici britannici. Philip Dunne, presidente della commissione di controllo ambientale del parlamento britannico, ha dichiarato che “ci sono 140 milioni di cavi inutilizzati nelle case del Regno Unito, abbastanza per fare cinque volte il giro della Terra. Per ridurre lo spreco che deriva dalla produzione di nuovi cavi, i produttori dovrebbero accordarsi su uno standard comune, che ci permetta di riutilizzare i cavi esistenti quando sostituiamo i nostri dispositivi elettronici”.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito sul settimanale britannico New Scientist.
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