È in rete da pochi giorni un video che mostra Hillary Clinton che invecchia. Non dovrebbe essere una notizia: tutti invecchiamo, a prescindere dal fatto che ci candidiamo o meno alla presidenza degli Stati Uniti.
La notizia è che il video viene da più parti incongruamente definito mesmerizing: ipnotico. Che viene (scorrettamente) chiamato time-lapse: una tecnica cinematografica che consiste nel riprendere la stessa scena distanziando i fotogrammi, in modo da accelerare lo scorrere del tempo. I risultati possono essere spettacolari: qui un time-lapse di soggetto naturalistico. Qui un soggetto umano.
Ma il video della Clinton è un’altra cosa: è una sequenza di immagini tenute assieme da un pessimo morphing. Si tratta di un’altra tecnica, che consiste nel passare da un’immagine all’altra deformando quella precedente fino a farla coincidere con la successiva, che a sua volta sarà deformata, e così via. È più difficile da spiegare che da vedere: per capire come funziona, guardate l’incantevole Women in art, che oltretutto lavora su una eterogenea sequenza di volti femminili.
E altro che mesmerizing, il video della Clinton: l’esecuzione è una vera schifezza. Il montaggio è sgangherato e a venir fuori sono solo le deformazioni. Ma questo, d’altra parte, è il risultato voluto: la Mostruosa Metamorfosi Della Strega.
Aggiungo solo che se prendete qualsiasi donna che non sia una fotomodella diciottenne, le scattate un servizio fotografico senza trucco, poi fate il morphing in quella maniera lì, sgangherata, e in coda mettete le foto in cui il soggetto ha l’occhio chiuso, la bocca storta, il mento ritratto tra le pieghe del collo o l’espressione bollita, il risultato non è poi così dissimile.
Se vi fosse rimasto qualche dubbio sulle intenzioni degli autori, vi trascrivo il testo della garrula colonna sonora che accompagna il video: “There’s poison in the look you’re givin me / and I swear your eye’s are laced with jealousy / the words you’re sayin cut me like a knife / darling one of us won’t see the morning light / when the band stops playing / only one will be left dancing in the round / might be you, might be me / who’s got the devil on his side / who’s gunna pay the highest price / I think it’s you / I may be right /When the band stops playin”.
Cioè, in breve: il tuo sguardo è velenoso, le tue parole feriscono come un coltello e, quando la musica smetterà, continuerà a danzare chi, tra noi, ha il diavolo dalla sua perché intende pagare il prezzo più alto. E penso che sarai tu.
Ma che razza di schifezza è? Sembra che siamo tornati indietro di qualche secolo, fino ai tempi del processo alle streghe di Salem. Gli autori sono anonimi e promettono altri video.
Ma anche tra i sostenitori di Hillary Clinton girano argomentazioni curiose. Per esempio, la psichiatra Julie Holland afferma su Time (non esattamente una testata di pettegolezzi e frivolezze) che Clinton è una candidata ideale perché “gode della maturità emozionale e della libertà garantite dalla postmenopausa”. Notate bene: non perché si è laureata in legge a Yale, o perché è stata la first lady più influente dai tempi di Eleanor Roosevelt. O perché ha tenuto botta ai tempi dell’affare Lewinsky e non dev’essere stato facile, o perché si è occupata della riforma sanitaria, o perché è stata segretaria di stato. O, giusto per esempio, perché ha un programma convincente. O, magari, perché sarebbe la prima donna presidente degli Stati Uniti.
Questa faccenda dell’età di Hillary Clinton ci tormenterà per un po’, temo. Tra l’altro, e sempre a proposito di anagrafe: è vero che in alcune discipline che chiedono sforzi mentali intensivi (tipicamente la matematica, la fisica) si ottengono migliori risultati da giovani. Ma è altrettanto vero che in altre attività che chiedono competenze integrate, stabilità ed esperienza si possono ottenere risultati eccellenti anche in età più avanzata. Se l’argomento vi interessa, qui ho raccolto dati e storie vere.
A prescindere dai dati e dalle storie, resta però una domanda: perché nel terzo millennio l’invecchiamento femminile continua ad apparire scandaloso e perturbante? Perché – giusto per continuare a parlare di presidenti – vedere Roosevelt, Obama o Truman invecchiati sembra, invece, giusto e normale?
E perché la vecchiaia femminile da sempre stenta a rappresentarsi in modo dignitoso, autorevole, suggestivo e, sì, attraente? L’immaginario collettivo si costruisce anche attraverso le immagini. Forse, proprio la candidatura Clinton servirà a cambiare le cose. In attesa di immagini nuove (e ce ne sarebbe bisogno) non resta che dire tieni duro e stendili tutti, vecchia Hillary.
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