L’idea, profondamente innovativa, è finalmente sul tavolo. La creazione di un esercito dell’Unione europea, da tempo caldeggiata da molte parti in Europa, è stata appoggiata addirittura dal presidente della Commissione europea (l’istituzione incaricata di proporre e mettere in atto le politiche comunitarie) in un intervento pubblicato domenica dal Welt am Sonntag, supplemento settimanale del grande quotidiano tedesco Die Welt.

Jean-Claude Juncker ha individuato tre grandi vantaggi nell’esistenza di un esercito europeo. In primo luogo, la nuova struttura favorirebbe la nascita di una politica di sicurezza comune, permettendo all’Europa di assumersi le sue responsabilità nel mondo e di affrontare le nuove minacce alle sue frontiere. Grazie all’esercito, ha aggiunto Juncker, l’Europa potrà “reagire in modo più credibile se uno stato membro o uno stato vicino fosse preso di mira, inviando un messaggio chiaro alla Russia”. “Una forza comune”, ha spiegato, “permetterebbe anche di razionalizzare la spesa per la difesa dei 28 paesi dell’Unione e di favorire un’integrazione militare”.

Con l’eccezione del riferimento russo, sono gli stessi argomenti sostenuti da chi vuole una difesa europea, e che (a cominciare dalla Francia) spera che l’Unione possa influire sulla scena internazionale, definire gli interessi di sicurezza comuni, avanzare verso una maggiore integrazione politica e suddividere in modo più efficace i compiti dotandosi di un budget comune per la difesa.

I partigiani dell’integrazione europea hanno ripetuto questo mantra fino allo sfinimento, ma oggi il presidente della Commissione può riprenderlo con forza perché negli ultimi mesi la situazione internazionale si è evoluta profondamente. Oltre alla pressione militare esercitata dalla Russia sull’Ucraina, davanti alla quale l’Unione non ha alcuna forza di dissuasione, l’altra sponda del Mediterraneo sta sprofondando in una guerra che potrebbe durare anche trenta o cent’anni e le cui ripercussioni si fanno già sentire in Europa, mentre gli Stati Uniti sono sempre più reticenti a impegnarsi all’estero.

Lo scudo americano è venuto a mancare dato che Washington intende trascurare l’Europa e il Medio Oriente per concentrarsi sull’Asia. Per questo il vecchio continente deve potersi difendere da solo, anche perché dei due paesi che possono contare su un esercito degno di questo nome, Francia e Regno Unito, solo la prima vuole impegnarsi sul serio in Africa e in Medio Oriente.

La creazione di una difesa europea è ormai un’urgenza (politica, militare e di bilancio) ed è finalmente riconosciuta come tale da molte capitali dell’Unione, soprattutto dalle più sensibili al caos mediorientale e da quelle preoccupate dalla Russia. Segno dei tempi, anche la Germania ha accolto con favore la dichiarazione di Juncker. Ci vorrà del tempo, ma il cammino sembra essere ormai intrapreso.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it