La locomotiva europea non è in panne come credevamo. Francia e Germania hanno proposto ai loro partner dell’Unione europea di accelerare il percorso verso la difesa comune, creando un organismo che permetterà di pianificare e condurre operazioni esterne, aumentando il budget militare fino al 2 per cento del pil, istituendo una valutazione annuale degli investimenti dei 27 stati membri, procedendo a investimenti comuni e sostenendo i paesi africani, la cui stabilità è indispensabile per la solidità dell’Unione.
Ancora niente è certo, ma se Parigi e Berlino hanno avanzato queste proposte è perché credono che possano essere accettate (almeno parzialmente) per due motivi.
Il primo è che i paesi dell’Unione non possono più contare sulla protezione degli Stati Uniti, su quello che veniva chiamato l’ombrello americano. Non soltanto Donald Trump ha messo in dubbio la solidarietà di Washington nei confronti degli alleati della Nato e non ha fatto nulla, una volta eletto, per smorzare le dichiarazioni che aveva fatto in campagna elettorale, ma la sua posizione segue una precisa evoluzione dell’atteggiamento degli Stati Uniti.
George W. Bush non aveva fatto una piega quando la Russia aveva invaso la Georgia, mentre il suo successore Barack Obama aveva chiaramente fatto capire che la sua priorità non era l’Europa ma l’Asia, dove gli interessi statunitensi sono minacciati dalla Cina molto più di quanto lo siano nel vecchio continente. Donald Trump non ha inventato niente. Ha semplicemente alzato l’asticella, dichiarando esplicitamente quello che prima di lui era stato soltanto lasciato intendere.
Donald Trump vuole trovare un’intesa con Vladimir Putin per condurre meglio la sua battaglia contro la Cina
Il secondo motivo per cui una difesa europea potrebbe finalmente concretizzarsi è che il prossimo presidente statunitense tende verso la Russia. Trump vuole trovare un’intesa con Vladimir Putin per condurre meglio la sua battaglia contro la Cina e concentrarsi su un solo fronte. Per questo ha riempito la sua futura amministrazione di amici del Cremlino e dichiara di non essere sicuro di voler difendere gli stati baltici contro Mosca, proprio quando la Russia moltiplica le provocazioni militari sul mar Baltico e incoraggia la secessione dell’Ucraina dopo aver annesso la Crimea.
La barbarie dei bombardamenti su Aleppo non ha cambiato la posizione degli Stati Uniti. Oggi tutto va avanti come se l’America di Trump fosse pronta a spartirsi nuovamente il pianeta con la Russia, che dopo aver schiacciato l’insurrezione siriana potrebbe puntare agli stati baltici e magari anche alla Polonia.
Tutto questo preoccupa i paesi dell’ex blocco sovietico, che finora si erano affidati all’Alleanza atlantica. Per questo Parigi e Berlino sembrano pronte ad andare avanti nel progetto di affermazione dell’Europa unita.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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