Il conto alla rovescia è cominciato da tempo. Tra sedici giorni Donald Trump assumerà il comando della prima potenza economica e militare del mondo, ma nessuno sa ancora cosa intende fare, e non è detto che lo sappia lui stesso. Il prossimo presidente degli Stati Uniti ha promesso che costruirà un muro alla frontiera con il Messico e che farà espellere tutti gli immigrati senza documenti in regola.

Il 3 gennaio l’agenzia di stampa Reuters ha annunciato che la squadra del nuovo presidente valuterà le condizioni finanziarie e materiali per mettere a punto il piano. Forse Trump passerà davvero ai fatti, ma questo muro potrebbe costare al Tesoro statunitense più di undici miliardi di dollari, per non contare le centinaia di migliaia di posti di lavoro che resterebbero scoperti e che i cittadini statunitensi non intendono svolgere. Inoltre bisognerà creare grandi centri di detenzione ed espellere dalle scuole un numero enorme di bambini a cui l’amministrazione Obama aveva aperto le porte. È davvero possibile? Per il momento è un mistero.

Contro la riforma sanitaria
Durante la campagna elettorale, Trump si era impegnato anche a cancellare la riforma voluta da Barack Obama per estendere la copertura sanitaria a tutti i cittadini (Obamacare). Mike Pence, il futuro vicepresidente, si sta dedicando a questo compito insieme alla maggioranza repubblicana del congresso. I parlamentari repubblicani sono favorevoli, ma abrogare Obamacare significa anche togliere a venti milioni di persone una protezione essenziale, e a volte vitale, che hanno appena ottenuto. È davvero fattibile? Mistero.

Trump ha inoltre annunciato che avrebbe fatto sparire la quasi totalità dei regolamenti in campo finanziario e ambientale introdotti da Obama. In questo modo gli Stati Uniti potrebbero tornare a quell’assenza di regole che aveva provocato la crisi del 2008 e darebbero un duro colpo alla lotta contro il riscaldamento globale. È davvero possibile? In questo caso la risposta è un netto sì: è perfettamente immaginabile, e le grandi aziende e le borse hanno già anticipato questo cambiamento, di cui sarebbero estremamente felici.

Trump ha formato una squadra di governo all’interno della quale i conflitti d’interessi sono numerosi e sconcertanti

Trump ha formato una squadra di governo all’interno della quale i conflitti d’interessi sono numerosi e sconcertanti. Il futuro segretario di stato mantiene legami stretti con il presidente russo Vladimir Putin. È davvero pensabile che il senato approvi queste nomine, che fanno storcere il naso a più di una persona, perfino nei ranghi repubblicani? Non sarà facile, ma il presidente eletto non ha nascosto la sua intenzione di voler far rigare dritto la maggioranza parlamentare.

Quanto alla politica estera, Trump ribadisce di voler limitare l’influenza della Cina in Asia e ridurre la presenza di prodotti cinesi sul mercato statunitense. Ma come intende farlo, considerato che la Cina non è un piccolo paese come Cipro o Monaco? Per il momento il presidente eletto non lo ha specificato, così come ignoriamo del tutto i termini dell’accordo che vorrebbe stringere con la Russia e non sappiamo se davvero intende mettere in discussione la Nato per spingere gli europei a finanziare la loro difesa o se vuole realmente trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Il mistero Trump s’infittisce.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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