Il decreto firmato da Trump non è solo ingiusto, crudele e discriminatorio, ma anche stupido. È ingiusto perché, proibendo l’accesso negli Stati Uniti ai migranti e ai profughi di sette paesi musulmani, chiude le porte agli iracheni e ai siriani che combattono sul campo il gruppo Stato islamico (Is) coordinandosi con l’esercito americano. A questi alleati degli Stati Uniti Trump dice sostanzialmente che vanno bene per farsi ammazzare ma non sono abbastanza affidabili per entrare in territorio americano. Al contempo il presidente osa dire ai profughi in fuga dall’Is e da Bashar al Assad, vittime del terrorismo, che sono sospettati di avere legami con i jihadisti.
Difficile immaginare un’ingiustizia più grande, e bisogna essere davvero crudeli per caricare su un aereo persone che avevano ottenuto un visto americano o erano legalmente residenti negli Stati Uniti ormai da anni. Studenti universitari, medici, ingegneri, informatici che lavorano per aziende americane sono improvvisamente espulsi senza alcun procedimento, dopo essere stati interrogati per ore, come se fossero sospettati di aver commesso un crimine.
La discriminazione è palese, perché le vittime del decreto non hanno alcun punto in comune se non il credo religioso che gli viene attribuito in ragione della loro nazionalità. Potrebbero essere atei, drusi, yazidi, zoroastriani o ebrei (per quanto riguarda gli iraniani), ma agli occhi di Trump sono musulmani, dunque terroristi, perché nati in paesi dove l’islam è maggioritario.
Le conferme della propaganda jihadista
Tutto questo è odioso, ma è anche stupido perché porta soltanto a un aumento dell’insicurezza. Non è certo in tre mesi (la durata del decreto) che Trump inventerà gli strumenti migliori per filtrare le richieste d’asilo. La sicurezza degli Stati Uniti non migliorerà, ma l’uomo che pensa solo in paragrafi da 140 caratteri e ama opporre i “fatti alternativi” ai fatti acclarati ha appena confermato l’impianto propagandistico dell’Is, che accusa gli occidentali di odiare l’islam. Trump ha anche calpestato tutti i princìpi della democrazia, della tolleranza religiosa, della presunzione d’innocenza, della non retroattività della legge e del rispetto dello stato di diritto.
In poche parole si è reso colpevole di connivenza politica con il terrorismo e di tradimento dei princìpi che rappresentano le armi più efficaci della democrazia. Difficilmente avrebbe potuto fare qualcosa di più idiota, ma la sua più grande stupidità sta nel fatto che in questo modo Trump si è anche dato la zappa sui piedi.
L’unico aspetto positivo di questo decreto è che Trump non ne ha tratto alcun profitto politico
Fatta eccezione per la piccola e sfortunata Taiwan, Trump ha trovato solo un’alleata in tutto il mondo, Theresa May, ma anche la premier britannica ha preso le distanze da questo decreto che perfino l’estrema destra europea non osa appoggiare, figuriamoci i repubblicani del congresso. Con questa invenzione morale, politica e giuridica, Trump si è isolato sulla scena internazionale. Inoltre è riuscito a far scendere in piazza quegli americani che non l’avevano mai fatto in vita loro e a mobilitare avvocati che hanno riscoperto la nobiltà del loro mestiere nella difesa dei più deboli, sul bancone di un aeroporto, gratuitamente.
L’unico aspetto positivo di questo decreto è che Trump non ne ha tratto alcun profitto politico, ma bisogna chiedersi se il nuovo presidente sia capace di portare a termine qualcosa. È riuscito a farsi eleggere, e non è poco, ma a parte questo? Vuole obbligare la Cina a fare concessioni commerciali, ma ritirando gli Stati Uniti dal trattato transpacifico non ha fatto altro che sabotare un’alleanza stretta proprio per organizzare l’Asia attorno agli Stati Uniti e isolare la Cina.
Vuole regalare alle aziende una deregolamentazione massiccia e una riduzione delle imposte sulle imprese dal 35 al 15 per cento, ma queste promesse non bastano a placare l’inquietudine degli imprenditori che si chiedono dove porterà la strada intrapresa da Trump.
Applaude la “bellissima Brexit” perché vede nell’Unione europea un concorrente degli Stati Uniti, ma mettendo in dubbio la sopravvivenza della Nato e aggredendo gli europei sta provocando un ritorno dell’unità europea, salvando l’Unione in un momento in cui sembrava aver perso le speranze.
Come Barack Obama, anche Trump non ha alcuna intenzione di rimettere piede in Medio Oriente, ma proponendo la creazione in territorio siriano di “zone di sicurezza” per i rifugiati che non vuole accogliere negli Stati Uniti non fa altro che sfidare l’Iran e si schiera palesemente dalla parte dei sunniti, rendendo indispensabile la protezione militare degli Stati Uniti in queste zone di sicurezza, con conseguenti rischi imprevedibili.
Infine Trump vuole appoggiarsi su Vladimir Putin per isolare la Cina, ma le sue sparate sono talmente grossolane che presto nemmeno il presidente russo darà alcun valore a un’alleanza con Washington.
La scarsa intelligenza di questo presidente è già diventata un problema, per l’America e per il mondo.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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