Le notizie arrivano veloci. Poche ore fa il governo cubano ha annunciato il rilascio di Alan Gross, il cittadino statunitense in carcere da cinque anni. Gross, 65 anni e collaboratore dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid), era stato arrestato nel dicembre del 2009 con l’accusa di spionaggio elettronico e condannato a quindici anni di prigione. Negli ultimi tempi, le sue condizioni di salute erano peggiorate.

Poco dopo la notizia della liberazione di Gross, l’Associated press ha annunciato che Washington e l’Avana cominceranno dei colloqui per normalizzare le relazioni diplomatiche e aprire un’ambasciata statunitense a Cuba per la prima volta da più di cinquant’anni. Come parte di un accordo più largo, gli Stati Uniti libereranno tre spie cubane arrestate a Miami nel 2001.

Non sappiamo ancora (Barack Obama e Raúl Castro parleranno alle 18.00 ora italiana) se questo sia un preludio alla fine dell’embargo statunitense contro Cuba in vigore dai primi anni sessanta, ma è senz’altro una svolta che avrà delle ripercussioni enormi sui rapporti tra i due paesi.

Per Obama la prigionia di Gross ha sempre rappresentato un ostacolo alla sua volontà di distensione delle relazioni con Cuba. Ora, quando mancano solo due anni al termine del mandato, ha l’occasione per passare alla storia come il presidente che ha riallacciato i rapporti diplomatici con l’isola comunista dei fratelli Castro.

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