Forse non sei la persona giusta per rispondermi, ma magari possono aiutarmi i tuoi commentatori. Voglio bene ai miei amici transgender, e li sostengo, ma non capisco tutti i miei amici fra i 18 e i 21 anni che si dichiarano “di genere neutro”. Io sono un po’ più grande, e la cultura e la storia queer mi sono sempre interessate molto. Ma loro mi sembrano aver dimenticato, o non aver mai saputo, che le lesbiche butch che si mettono gli strap-on restano comunque donne, o che esistono molti uomini etero che indossano intimo di pizzo. Ho l’impressione che non sappiano che è possibile non conformarsi a un genere preciso senza per questo rinunciare al genere del tutto. Essendo così giovani, e avendo preso tutti questa decisione contemporaneamente, a me sembra un po’ una moda. Magari qualcuno di loro si rivelerà trans, che va benissimo, ma ho il forte sospetto che nel giro di un paio di anni alcuni diventeranno totalmente convenzionali. Dirgli che è solo una fase sarebbe sgarbato e arrogante, e non lo farei mai, ma davvero non capisco che senso abbia definirsi di genere neutro. Cos’è cambiato negli ultimi anni che possa spiegare questo boom?–Longtime Reader
Ah, l’identità di genere. Di questi tempi ci vuole un file Excel per starle dietro.
Ci sono quelli di genere neutro, ci sono i bigender, ci sono gli agender. E poi ci sono i pangender, i no-gender, i genderfluidi e i genderqueer. Ci sono anche i gender-non conformi, i gender-critici, i gender-variabili, e pure i genderfuck, i trigender e gli intergender (Quali vogliono il trattino e quali no? E chi cazzo lo sa?). Aggiungi a ognuno di questi generi del giorno il suo aleatorio, imprevedibile e sempre mutevole assortimento di preferenze in materia di pronomi, e il risultato sarà una bufera di fiocchi di neve iperspecializzati, tutti pronti a farsi offendere alla prima microagressione reale o immaginata, per poi fiondarsi su Tumblr a darne macro-sfogo.
Cos’è cambiato negli ultimi anni? Che di genere oggi si discute di più, LR, e questo è un bene. Perché le regole di genere imposte culturalmente sono assurde, e la sorveglianza sull’espressione e sull’identità di genere è oppressiva e spesso violenta. Questa fondamentale e necessaria discussione sul genere ha suscitato grande interesse – e, in alcuni settori, generato grande solidarietà – nei confronti di persone che non soltanto discutono di genere, ma ci combattono, lo affrontano e lo ridefiniscono. Solo che “l’interesse” e la “solidarietà” nei confronti di una questione tendono anche ad attrarre persone per le quali detta questione è soltanto una posa, o un modo per cercare attenzione. Non è una novità. Se presti attenzione a un piatto di crocchette di patate per un po’ di tempo, a un certo punto anche quello finirà per attrarre poseur e gente a caccia di attenzioni.
Ma siccome è (quasi sempre) impossibile distinguere i poseur a caccia di attenzione da chi fa sul serio, LR, la cosa migliore da fare, quando qualcuno si dichiara di genere neutro – o bigender o pangender o ecceteragender – è sorridere, annuire, chiedere che pronome personale preferisce, segnarsi mentalmente di stare attenti ad aggettivi e participi, dopodiché cambiare discorso.
(Traduzione di Matteo Colombo)
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