Ci vuole un pensiero nuovo, è stato detto di recente da un dirigente del Pd. Ed è giusto, un pensiero nuovo è necessario. Il problema è che dentro tutte le formazioni e movimenti politici pronti a sbranarsi nell’arena italiana e forse planetaria, non solo non si vede pensiero veramente nuovo, ma non si vedono nemmeno pensierini.
L’assenza di un galvanizzante pensiero nuovo si tira dietro anche l’assenza di una galvanizzante classe dirigente nuova. Si è gridato che ne era nata una proprio dentro il Pd, tutti giovani, anzi giovanissimi. Non si faceva che sottolineare quanto erano ragazzi, l’unico pensiero che davvero trovava parole era quello. Ma nel giro di pochissimo tempo i ragazzi sono invecchiati senz’altro pensiero che tenersi in qualche modo a galla. E non si può dire che stia andando meglio a un’altra verdissima classe dirigente, quella a cinque stelle. Senza parlare della destra che da sempre, anche quando è giovane, usa mappe vecchissime.
Forse è che il mondo com’è si riesce sempre meno a dirigerlo. Anche perché per dirigere bisogna sapere dove andare e per sapere dove andare bisogna avere non etichette di comodo che lasciano fuori ciò che davvero conta, ma un pensiero. Altrimenti, come è successo con i giovani rottamatori, si affonda anche quando si giura che, come diceva un vecchio grande film funerario, avanti o indietro che sia, la nave va.
Questa rubrica è stata pubblicata il 13 gennaio 2017 a pagina 10 di Internazionale, con il titolo “Per sapere dove andare”. Compra questo numero| Abbonati
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