Approdato negli Stati Uniti, il papa ha deciso di mostrare definitivamente qual è la rotta del pontificato: i diritti civili, gli immigrati, la fede che interpreta la modernità, la chiesa in uscita dall’Europa e da Roma. Francesco ha svelato il nuovo volto della chiesa – o quello che lui vorrebbe – partendo dalla sua stessa biografia, esposta apertamente prima alla Casa Bianca e poi in uno storico discorso al congresso.

Bergoglio si è definito americano e figlio di immigrati, manifestando in tal modo la sua piena appartenenza alla storia del continente, alle sue radici, e unificando, nel medesimo tempo, il nord e il sud dell’America; ha parlato con rispetto del “grande paese” e della sua tradizione democratica e per questo però lo ha richiamato fino in fondo a un’assunzione piena di responsabilità di fronte alle sfide globali dell’economia, dell’ambiente, della giustizia, dei flussi migratori e di profughi che attraversano il mondo e diventano, nelle parole del papa, segno di un’epoca.

Non solo: Bergoglio ha dato pieno e visibile riconoscimento alla leadership di Barack Obama, invitandolo a insistere nei suoi sforzi di promozione di politiche a tutela dell’ambiente, tema centrale, questo, per il papa della prima enciclica ecologica. Ha chiesto poi all’America di lavorare per chiudere conflitti sanguinosi, di contrastare il traffico d’armi, di proseguire sulla strada dei negoziati per mettere fine a inimicizie storiche – da Cuba all’Iran – e di comprendere fino in fondo che chi difende la dignità della persona non può accettare che essa sia sottomessa alla finanza e allo sfruttamento economico.

Insomma, ha riaffermato i cardini del suo magistero valorizzando di fronte al congresso – che per la prima volta nella storia ha ricevuto la visita di un pontefice – la tradizione cristiana dell’America quale grande riferimento soprattutto per la costruzione di esperienze solidali.

Bergoglio non si è tirato indietro, è entrato nelle pieghe della storia americana e l’ha raccontata a modo suo

Francesco ha poi ricordato ai parlamentari statunitensi il suo impegno per l’abolizione globale della pena di morte, quindi ha raccontato la storia degli Stati Uniti a modo suo, presentando quattro esempi di grandi cittadini che forse hanno – almeno in parte – un po’ sorpreso l’opinione pubblica. “Una nazione può essere considerata grande quando difende la libertà, come ha fatto Lincoln”, ha detto Francesco nella parte conclusiva e riassuntiva del suo intervento.

“Quando promuove una cultura che consenta alla gente di sognare pieni diritti per tutti i propri fratelli e sorelle, come Martin Luther King ha cercato di fare; quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, come Dorothy Day ha fatto con il suo instancabile lavoro, frutto di una fede che diventa dialogo, e quando semina pace nello stile contemplativo di Thomas Merton”.

Si tratta di quattro personalità che hanno segnato la storia americana sul fronte dei diritti civili, della solidarietà e della giustizia, della pace e del dialogo tra popoli e religioni. È un un po’ il ritorno di quella che un tempo si chiamava “l’altra America”, in alternativa e contrapposizione al paese duro e degli interventi militari.

Se Merton è una figura eminente di pensatore religioso e di militante per i diritti civili, oppositore alla guerra nel Vietnam, la citazione di Dorothy Day, pur incamminata sulla strada della santità, ha qualcosa di clamoroso. Fondatrice del Catholic worker movement, organizzazione sociale di aiuto ai poveri (oggi impegnata anche nell’accoglienza agli immigrati), ma anche pacifista integrale, femminista, giornalista, militante politica radicale, il suo nome compare tra le firme di punta di The Masses, testata storica del radicalismo di sinistra statunitense, uscita negli anni a ridosso della prima guerra mondiale, nella quale lavorò da protagonista anche John Reed, l’autore di I dieci giorni che sconvolsero il mondo e di Il Messico insorge.

Insomma Bergoglio non si è tirato indietro, è entrato nelle pieghe della storia americana e l’ha raccontata a modo suo, riscoprendo anche un cattolicesimo capace sì di difendere la famiglia, ma senza rinunciare a entrare criticamente in contatto con i problemi del proprio tempo.

La politica al servizio della persona umana

Tra questi spicca la questione migratoria, tematizzata davanti al congresso da Francesco come nodo centrale e non aggirabile degli anni che viviamo: “Il nostro mondo – ha detto il papa - sta fronteggiando una crisi di rifugiati di proporzioni tali che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale. Questa realtà ci pone davanti grandi sfide e molte dure decisioni. Anche in questo continente, migliaia di persone sono spinte a viaggiare verso il nord in cerca di migliori opportunità”. “Non è ciò che volevamo per i nostri figli?”, ha scandito il papa rivolgendosi a senatori e deputati americani che lo ascoltavano.

“Non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero – ha aggiunto – ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni. Rispondere in un modo che sia sempre umano, giusto e fraterno. Dobbiamo evitare una tentazione oggi comune: scartare chiunque si dimostri problematico. Ricordiamo la regola d’oro: ‘Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te’”, ha affermato ancora Bergoglio citando il Vangelo di Matteo.

Tra le altre molte e significative cose dette dal papa al congresso, vale la pena sottolineare un passaggio in particolare, nel quale è tornato sul tema centrale del rapporto tra politica ed economia. “Se la politica dev’essere veramente al servizio della persona umana, ne consegue che non può essere sottomessa al servizio dell’economia e della finanza”, ha spiegato Francesco. “Politica è, invece, espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unità, per poter costruire uniti il più grande bene comune: quello di una comunità che sacrifichi gli interessi particolari per poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la sua vita sociale. Non sottovaluto le difficoltà che questo comporta, ma vi incoraggio in questo sforzo”.

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