Il 18 febbraio viene lanciato in Italia Tidal, un servizio di streaming musicale dell’azienda svedese Aspiro. Tidal è già disponibile dalla fine del 2014 nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in altri paesi europei come Finlandia e Belgio. Lo sbarco in Italia avviene in contemporanea con quello in altri ventuno mercati, compresi Sudafrica e Singapore.

Qual è la differenza tra il prodotto della Aspiro e gli altri servizi di musica in streaming? Sostanzialmente una: su Tidal le canzoni sono in qualità lossless, cioè sono state compresse senza perdita di dati, con una velocità di trasmissione attorno ai 1.411 kbps.

I più diffusi servizi di download (iTunes, Amazon) e di streaming (Spotify, Beats, Pandora) si basano su formati come mp3, aac o vorbis e usano una compressione “lossy”, che ha una velocità di trasmissione attorno ai 320 kpbs. Con questi formati, che rendono i file meno pesanti e quindi più facili da archiviare, vengono tagliate alcune frequenze dell’audio originale. I file lossless, al contrario, mantengono la qualità intatta, o quasi.

Dal punto di vista delle funzioni e dell’esperienza utente, Tidal invece è molto simile a Spotify. È compatibile sia con Windows sia con Mac. Prevede una versione desktop, una per i browser e una per i dispositivi mobili. Tutte con una grafica più pulita ed efficace rispetto alla concorrenza.

La versione desktop di Tidal.

Tidal è fondato su un modello premium: non ha una versione gratuita (non c’è quindi la possibilità, come nel caso di Spotify, di usarlo gratis a patto di sopportare la pubblicità). Costa 19,99 euro al mese, un prezzo più alto rispetto alla concorrenza (Spotify costa 9,99 euro al mese).

Sfogliando il catalogo dei brani, non si notano grosse differenze: Tidal dichiara di avere una libreria di venticinque milioni di canzoni e, in sostanza, si trovano quasi tutti i pezzi che ci sono su Spotify o Google Music o Deezer. I brani si possono anche scaricare e ascoltare offline, come su Spotify. Inoltre Tidal offre circa 75mila video musicali e delle playlist più curate e originali rispetto alla concorrenza.

La versione per i browser di Tidal.

Per farla breve, con Tidal la musica si ascolta meglio, ma costa di più. È un servizio pensato per gli appassionati, più che per l’ascoltatore medio.

Aspetti negativi? L’interfaccia di Tidal non ha ancora una versione italiana (per ora non è prevista, come ha confermato la portavoce dell’azienda, ma potrebbe essere introdotta se arriveranno molte richieste dagli utenti). L’aggiornamento della libreria inoltre è più lento rispetto a quello di Spotify. Per fare un esempio, le canzoni di Sanremo sono state pubblicate con cinque o sei giorni di ritardo.

Spotify ha aperto la strada a un nuovo mercato, ma ora deve confrontarsi con le prime avvisaglie di concorrenza. Non è un caso che il rapper Jay-Z abbia offerto 56 milioni di dollari per diventare socio della Aspiro. L’ingresso del rapper statunitense potrebbe aiutare Tidal a uscire un po’ dalla nicchia. E a quel punto la concorrenza a Spotify potrebbe diventare seria.

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