Forse è troppo presto per capire in che modo le tecnologie stanno modificando i nostri comportamenti. È vero che le “nuove” tecnologie sono in giro ormai da decenni (il computer, internet, i cellulari), ma siamo ancora troppo immersi in questo mare fatto di collegamenti permanenti, condivisioni continue, commenti istantanei. Che sia una lettera d’amore o il commento alla frase scritta da un amico, online non dovremmo fare cose che non faremmo nel mondo reale.

Da qualche mese circola su internet la foto di un ritaglio di giornale, scritto in inglese. L’autore e la fonte sono incerti, ma non importa: “Sto cercando di farmi degli amici al di fuori di Facebook applicando gli stessi princìpi. Così ogni giorno scendo in strada e racconto ai passanti cosa ho mangiato, come mi sento in quel momento, cos’ho fatto la notte prima, cosa farò dopo e con chi. Gli do le foto della mia famiglia, del mio cane, di me mentre faccio giardinaggio, sistemo il garage, annaffio il prato, sto di fronte ai monumenti, guido in città, mangio e faccio cose che tutti fanno ogni giorno. Ascolto anche le loro conversazioni, gli do la mia approvazione e dico che mi piacciono. Proprio come su Facebook. E funziona! Ho già quattro persone che mi seguono: due poliziotti, un investigatore privato e uno psichiatra”.

Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2015 a pagina 5 di Internazionale, con il titolo “Funziona”. Compra questo numero | Abbonati

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