Sembra incredibile, ma Barack Obama – che pure è stato eletto anche grazie a un uso sapiente dei social network – non aveva ancora una sua pagina su Facebook. Lunedì l’ha inaugurata, con un video in cui parla di cambiamenti climatici. Quarantacinquemila like nella prima ora.

A quattordici mesi dalla fine del secondo mandato è presto per i bilanci, ma Obama sa che anche da ex presidente sarà in grado di influenzare la vita politica del paese (e il dibattito sui suoi otto anni al potere). Tra un George W. Bush che decise di ridurre la sua presenza dopo aver lasciato la Casa Bianca e un Bill Clinton che fece un uso aggressivo della notorietà acquisita per promuovere i temi a lui cari, Obama potrebbe scegliere una soluzione intermedia.

E da quasi un anno, discretamente, si riunisce con un gruppo informale per cercare di capire cosa fare dopo. Intorno al tavolo ci sono tra gli altri il regista Steven Spielberg, la scrittrice Toni Morrison, il fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, il giornalista Malcolm Gladwell. Obiettivo: sviluppare una “narrazione” per gli anni a venire.

Nel frattempo Obama intervista per la New York Review of Books la scrittrice Marilynne Robinson oppure rafforza la sua presenza su internet e in particolare sui social network (perché “i vecchi modi di comunicare, con interviste ai giornali o in tv, sono sempre meno efficaci”).

Ma alla fine, quando un utente di Tumblr gli chiede cosa farà nei prossimi dieci anni, ci pensa un po’ e poi risponde: “Non ho ancora progetti per i prossimi dieci anni, però so cosa farò subito dopo l’insediamento del nuovo presidente: sarò su una spiaggia a bere da una noce di cocco”.

Questa rubrica è stata pubblicata il 13 novembre 2015 a pagina 5 di Internazionale, con il titolo “Cocco”. Compra questo numero| Abbonati

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