Anne Ernaux, Il posto
L’Orma, 114 pagine, 10 euro
Sono tanti i libri di scrittrici che parlano del loro rapporto con le madri, e, da quando così tanti giovani hanno avuto accesso agli studi superiori, il numero delle donne che scrivono non ha più nulla da invidiare a quello degli uomini. La maggior parte si somiglia in superficialità.
Annie Ernaux, nata nel 1940 nel nord della Francia, insegnante, non ha scritto molto, ma ogni suo libro ha lasciato il segno. Finalmente
Il posto, un breve gioiello dove ogni parola sembra avere il suo peso e la sua necessità, e non ce n’è una che sembri di troppo, viene offerto ai lettori italiani grazie a una piccola e oculata casa editrice, che annuncia anche la prossima edizione del più ampio Gli anni.
Qui Ernaux racconta del padre, e delle sue origini. Prima contadino, poi per breve tempo operaio e infine piccolo commerciante e gestore di bar, accompagnato da una moglie modesta e fedele, quest’uomo fa studiare la figlia, perché vuole, come tanti della sua generazione, che esca dal suo ceto di nascita, ma questo li divide anche oltre i desideri di entrambi: l’accesso alla cultura, per definizione borghese, allontana i figli dai padri, creando una distanza incolmabile.
Parlando di sé e dei suoi, Ernaux racconta un destino comune a milioni di persone, nel corso del novecento, con assoluta sincerità, con pudore e dolore.
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