Sorj Chalandon, Chiederò perdono ai sogni
Keller, 286 pagine, 16,50 euro
Sorj Chalandon, francese nato a Tunisi, ha scritto in passato un romanzo sul tema del tradimento: un giovane francese scopriva che un eroe dell’Ira, che aveva conosciuto e ammirato, era in realtà un traditore. Torna ora sul tema mettendosi dalla parte del traditore, interrogandosi sulle ragioni per cui si tradisce. Dopo tante lotte, carcere, resistenza, vincono i ricatti del nemico ma anche la stanchezza nei confronti di chi non vuol correre “il rischio della verità”, i propri compagni e dirigenti.
Sul tema del traditore, l’irlandese O’Flaherty ci aveva dato, nel lontano 1925, un forte romanzo, che serpeggia da sempre in tutta la realtà (e la letteratura) che riguarda le lotte, le guerre, i conflitti tra due parti che si credono nel giusto. Il tema è delicato, scabroso e ambiguo fin dai tempi di Giuda Iscariota. “Tutta la vita ero andato a caccia di traditori”, dice il protagonista, e “il peggiore di tutti era nascosto dentro di me”. Chalandon è stato buon giornalista e si sente: sa ricostruire con competenza e passione storie che conosce. Ma è anche un ottimo scrittore che, con questo trascinante e angosciante Retour à Killybegs tradotto benissimo da Silvia Turato, parla di cose che non ha vissuto per interrogarsi sugli effetti delle guerre, e sui tormenti interni di quelle che sono o si definiscono “di liberazione”.
Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2014 a pagina 90 di Internazionale, con il titolo “I tormenti del traditore”. Compra questo numero | Abbonati
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