Dovremmo preferire il tempo ai soldi o i soldi al tempo? Questo è uno dei cosiddetti dilemmi della felicità, che poi non sono veri dilemmi perché la risposta è dolorosamente ovvia. Le circostanze possono costringerci a scegliere i soldi invece del tempo, ma se diamo davvero più valore a un grosso conto in banca che a una serie di esperienze significative, secondo i libri di psicologia siamo degli imbecilli.

Dopotutto il denaro è solo un mezzo per ottenere altre cose, compreso il tempo, mentre il tempo è tutto quello che abbiamo. E purtroppo non possiamo neanche metterlo da parte: se i soldi funzionassero come il tempo, ogni nuovo deposito sul nostro conto sarebbe immediatamente cancellato da un costo dell’operazione uguale e contrario. Per quanto possiamo odiare la nostra banca, di sicuro non ci tratta così male.

Eppure scegliamo continuamente i soldi invece del tempo, perfino quando il nostro benessere materiale non lo richiede. In parte, senza dubbio, questo succede perché anche chi non ha problemi economici teme di diventare povero in futuro. Ma anche perché la scelta tra le due cose non sempre è così semplice.

Un po’ di luce sulla faccenda
Supponete che vi offrano un lavoro pagato meglio che però richiede uno spostamento più lungo (più soldi in cambio di meno tempo); ma quei soldi in più potrebbero garantirvi più tempo o una migliore qualità del tempo in futuro, permettendovi, per esempio, di fare vacanze più piacevoli o di avere una vecchiaia più sicura. Quale delle due scelte significherebbe che date la priorità al tempo e quale al denaro? È difficile dirlo.

Per fortuna, uno studio recente ha gettato un po’ di luce sulla faccenda. I ricercatori Hal Hershfield, Cassie Mogilner e Uri Barnea hanno chiesto a un campione di quattromila statunitensi di cercare di capire se davano più importanza al tempo o al denaro e di valutare quanto erano felici.

È emerso che una netta maggioranza, il 64 per cento, preferiva il denaro, ma quelli che attribuivano importanza al tempo erano più felici. E a preferire il tempo non erano solo quelli abbastanza ricchi da non doversi preoccupare dei soldi. Le persone più anziane, sposate e con figli tendevano a dare più valore al tempo, il che è comprensibile: agli anziani ne rimane meno da vivere, mentre quelli che hanno un coniuge e dei figli presumibilmente amano passare del tempo con loro o hanno la sensazione che glielo stiano rubando. Oppure tutte e due le cose.

La scoperta fondamentale della ricerca, però, è stata cosa rende più felici: non avere più tempo, ma attribuirgli più valore. Gli economisti continuano a discutere se il denaro può o meno comprare la felicità, ma pochi dubitano che essere benestanti sia più piacevole che non riuscire ad arrivare alla fine del mese. Questo studio, però, sostiene una cosa diversa, e cioè che anche chi tira avanti a fatica, e quindi è costretto a dare più valore al denaro, è più felice se dentro di sé sa che il tempo è più importante.

Paradossalmente costituisce anche una buona notizia per quelli di noi che si sentono al sicuro dal punto di vista economico ma non hanno mai abbastanza tempo. Se anche voi come me vorreste tanto avere più tempo, nessuno potrà sicuramente accusarvi di non dargli abbastanza valore. Il mio desiderio di averne di più dimostra che almeno le mie priorità sono giuste, e quindi che mi godo tutto il tempo libero che riesco a trovare. Parliamo della scarsità di tempo come se fosse qualcosa di terribile, ma in fondo è proprio la scarsità a farci considerare alcune cose più preziose di altre.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è uscito sul quotidiano britannico The Guardian.

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