Matteo Renzi somiglia a un ragazzo che vorrebbe affrancarsi dalla tutela dei genitori. È convinto di aver lavorato bene durante l’anno e di avere il diritto di comprarsi il motorino e andare in vacanza da solo.

Del resto, sotto il suo governo, e grazie anche un po’ alle cure da cavallo dispensate da chi l’ha preceduto, l’Italia ha ritrovato la crescita (lo 0,9 per cento stimato per il 2015), ha registrato una riduzione della disoccupazione (12,7 per cento) e una ripresa dei consumi.

Forte di questi risultati ed esaltato per i successi ottenuti, Renzi ha preparato una legge di stabilità 2016 da una trentina di miliardi di euro basata su una riduzione dei prelievi fiscali e nuovi deficit.

Il provvedimento più seguito dai mezzi d’informazione (e il più atteso in un paese di proprietari di casa e di imprenditori) è la soppressione dell’imposta sulla prima casa, sul materiale agricolo e industriale, e la riduzione dell’imposta sul reddito delle aziende. Il costo dell’operazione è di circa cinque miliardi di euro. Berlusconi non era riuscito a fare una simile promessa e questo la dice lunga.

Insomma, un aumento del deficit e una riduzione delle imposte. Ma anche se a Bruxelles il rigore sembra (un po’) passato di moda, i funzionari della Commissione preferirebbero che l’Italia si concentrasse sul costo del lavoro e sul consolidamento del bilancio visto che il debito della penisola è già di 2.184 miliardi (il 132,8 per cento del pil).

Niente lezioni da Bruxelles

Così hanno suggerito a Renzi – che pensava di poter sedurre la giuria – di riscrivere la sua legge finanziaria. Bruxelles non è maestro che fa esami, ha risposto il presidente del consiglio. Se chiederanno di rivedere la legge di stabilità, l’Italia la ripresenterà tale e quale, ha concluso prima di chiudersi nel suo studio.

Ma Renzi sa bene quello che fa e potrebbe anche ottenere il via libera da Bruxelles. Questo per diverse ragioni. Al momento non c’è alternativa a Renzi se non il Movimento 5 stelle, quindi è meglio non mettere bastoni tra le ruote del capo del governo. Inoltre, si voterà alle amministrative nella primavera 2016 nelle principali città del paese (Milano, Torino, Napoli, Bologna, Cagliari e forse Roma) e questo sarà un vero test per l’esecutivo e la sua stabilità, quindi meglio lasciare Renzi annunciare delle buone notizie elettoralmente utili.

Poiché il sentimento antieuropeo o quanto meno euroscettico guadagna terreno e gonfia le vele della Lega nord e dei sostenitori di Beppe Grillo, è meglio non prestare troppa attenzione agli accessi di cattivo umore del presidente del consiglio; e infine, non essendo stato eletto, Renzi ha periodicamente bisogno di legittimarsi attraverso qualche azione spettacolare, quindi meglio lasciarlo vincere.

E comprargli il motorino a rate!

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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