Francofonia di Aleksandr Sokurov dà uno scossone al concorso di Venezia 72. Rispetto ai film visti finora, Beasts of no nation e Looking for Grace, quello del regista russo (vincitore del Leone d’oro nel 2011 con Faust) è senz’altro quello meno convenzionale, un film d’autore che sfugge a definizioni e classificazioni. Vi si racconta come il curatore francese Jacques Jaujard e il conte (e ufficiale) tedesco Franz Wolff-Metternich riuscirono a mettere in salvo la collezione del Louvre durante l’occupazione nazista di Parigi. Veri protagonisti del film sono il museo e le opere che ancora oggi ospita.

Francofonia

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La salvaguardia del patrimonio artistico mondiale è drammaticamente attuale in un periodo in cui siti archeologici, musei, opere d’arte e addirittura i curatori diventano bersaglio del fanatismo religioso. Ma non si può certo dire che Francofonia speculi sulla questione. Chi ama il cinema difficile e anticonformista può stare tranquillo perché il film ha già una distribuzione italiana e quindi lo vedremo in sala.

Stamattina ci sono state le proiezioni di Marguerite (in concorso) di Xavier Giannoli con Catherine Frot nei panni di una stonata e ricca cantante, nella Parigi degli anni venti, e Black mass, titolo italiano L’ultimo gangster (fuori concorso) con Johnny Depp che interpreta il criminale di Boston Jimmy “Whitey” Bulger. Ne parliamo domani, anche perché nessuno dei due si può definire “urgente”.

In attesa di Johnny Depp, sul red carpet si è alzato un vento freddo e minaccia la pioggia. Quota di film italiani visti: zero. Dobbiamo preoccuparci?

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