È una scrittrice indiana. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è Il ministero della suprema felicità. Nel 1997 ha vinto il Booker Prize con Il dio delle piccole cose.
“Mentre ci stiamo ancora chiedendo se ci sia vita dopo la morte, possiamo mettere sul piatto un’altra domanda: c’è vita dopo la democrazia?”. Le parole di Arundhati Roy nell’editoriale di Giovanni De Mauro. Leggi
Parlando del fallimento della democrazia parlerò soprattutto dell’India, non perché sia considerata la più grande democrazia del mondo, ma perché è il luogo che amo,... Leggi
Quando finì la guerra fredda, gli Stati Uniti presero le redini dell’ordine mondiale. Ma ora i discorsi sul loro declino e sull’ascesa della Cina si moltiplicano. Leggi
Un anno dopo aver tolto l’autonomia allo stato di Jammu e Kashmir, il governo indiano continua a far soffrire la popolazione locale, nel silenzio del mondo. Leggi
Cos’è che aspetto con più impazienza, con la fine del lockdown? Più di qualsiasi altra cosa, che si stabiliscano le responsabilità di tutti. Leggi
Nei paesi come l’India, dove milioni di persone vivono in baraccopoli senza assistenza sanitaria, l’epidemia provocherà una catastrofe. Ma se non possiamo impedirla, dobbiamo almeno immaginare un futuro diverso. Leggi
Cronaca di una scrittrice dal cuore dell’India, rifugio dei guerriglieri naxaliti. Per capire chi sono, come vivono, che pensano. E sfatare alcuni luoghi comuni. Dall’archivio di Internazionale. Leggi
Martin Luther King, Gandhi, Nelson Mandela: cosa resta oggi del sogno non violento? Un articolo della scrittrice indiana, dall’archivio di Internazionale. Leggi
Anche se non credo che i premi siano un metro di giudizio del nostro lavoro, vorrei aggiungere quello che ho vinto nel 1989 per la migliore sceneggiatura a tutti quelli che sono stati già restituiti al mittente. Voglio anche precisare che non lo faccio perché sia “sconvolta” da quella che viene fatta passare come l’“intolleranza crescente”, fomentata dal governo attuale. Leggi
L’antica città indiana si è arresa: migliaia di persone la stanno smontando un pezzo alla volta. Consegnandola alle acque del fiume Narmada. Leggi
L’impero è in marcia. “Democrazia” è il suo nuovo, astuto grido di battaglia. La ricetta è semplice: far bollire, aggiungere petrolio, poi bombardare. L’appello di Arundhati Roy alla società civile americana. Leggi
Il progetto degli Stati Uniti è stato messo a nudo. Ora che si conoscono ingranaggi e meccanismi è possibile disattivarlo. Portate le chiavi inglesi, scrive Arundhati Roy. Leggi
Le giustificazioni per l’intervento in Iraq sono bugie. L’opinione pubblica può svelarlo. E gridarlo forte. Leggi
“Non c’è mai un’unica storia”. E la scrittrice indiana Arundhati Roy racconta la sua: sulla lotta al terrorismo, sul capitalismo globale, sulle rivolte civili in giro per il mondo. Leggi
Il movimento contro le Grandi dighe indica la strada della lotta non violenta. Leggi
Marzo 2002: nel Gujarat indiano gli estremisti indù guidano un pogrom antimusulmano. I morti sono più di mille. Il governo minimizza. Il fascismo è qui, scrive Arundhati Roy. Leggi
La sentenza per oltraggio alla Corte dimostra che la legge e la libertà di parola non sono uguali per tutti. Leggi
Non servono più eserciti e polizie. La nuova arma per sfruttare il Terzo mondo si chiama commercio globale. Leggi
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