Quando recentemente sono tornato da Berlino, in parecchi mi hanno fatto una domanda alla quale noi corrispondenti siamo abituati da anni: “Ma perché gli italiani votano ancora per Berlusconi?”. È una domanda che tutti gli italiani all’estero conoscono bene e preferirebbero non sentire più.

E se qualche anno fa con un po’ di fantasia si poteva trovare ancora qualche motivazione psicologica, oggi non esiste più una risposta razionale a questa domanda. Si potrebbe dire che i suoi elettori sono autolesionisti, perché Berlusconi in poche settimane riuscirà a frantumare quell’immagine di serietà che Mario Monti aveva restituito al paese.

Il ritorno di Berlusconi in molti paesi è visto come vero incubo e come una dimostrazione inconfutabile che l’Italia non cambia mai. Il prestigioso settimanale Die Zeit l’ha definito “il peggior ciarlatano politico nell’Europa del dopoguerra”. In due settimane il Cavaliere è riuscito a trasformare la campagna elettorale in un confronto spettrale, presentandosi come “la vittima di una congiura internazionale sulla quale la storia farà luce”, sostenendo che il suo governo in Europa “non era irriso”, ma “temuto”, offrendo alla Lega la vicepresidenza e promettendo l’abolizione dell’Imu.

Quattordici apparizioni televisive in due settimane ci hanno fatto capire che il Cavaliere non è più un problema politico, ma sanitario. Un caso psichiatrico che conferma la diagnosi di Veronica Lario, che disse: “Mio marito è un uomo malato”. E noi corrispondenti, dopo aver scritto molti commenti sul ritiro di Berlusconi, ci troviamo per l’ennesima volta a raccontare le peripezie di un anziano egocentrico ossessionato dal potere.

Quello che spaventa l’Europa è la semplicità con la quale un personaggio così screditato si può ricandidare senza che nessuno tenti di impedirglielo. È l’ennesima prova che il Pdl non è un partito, ma un esercito di cortigiani che vivono di luce riflessa. Con un segretario acclamato, ma mai democraticamente eletto, in perfetto stile berlusconiano. Uno che aveva già fissato le primarie ma le ha annullate prontamente per volontà del monarca.

Berlusconi ha portato una dose di servilismo mai vista nella già screditata politica italiana, guidando un parlamento che ha certificato a maggioranza che Ruby era la nipote di Mubarak. Nessuno nel Pdl contesterà la bizzarra tesi della congiura internazionale contro il Cavaliere. Perché tutti temono per la propria poltrona, da sempre la prima preoccupazione della politica italiana. Capisco la frustrazione di milioni di cittadini scoraggiati da anni da una partitocrazia autoreferenziale. Ma penso che sarebbe fatale reagire con ulteriore rassegnazione al triste spettacolo di una campagna elettorale surreale.

Forse è proprio questo il momento nel quale gli italiani dovranno finalmente abbandonare la loro apatia e svegliarsi da quel torpore che ha permesso alla politica di dedicarsi ai propri interessi. La società civile dovrebbe mostrare la sua ricchezza, le sue abbondanti risorse umane. E svegliarsi con un sussulto di ottimismo e orgoglio per riprendersi il proprio futuro. E quello di un paese bistrattato da troppi anni.

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