Ci sono cittadini normali e cittadini di prima classe. Mentre i cittadini normali vanno al lavoro cinque giorni alla settimana, quelli di prima classe ci vanno cinque giorni all’anno.

È il caso di Silvio Berlusconi, che non mette quasi mai piede a palazzo Madama, dove vanta un’assenza record al 99,2 per cento delle sedute. Ha quindi partecipato allo 0,8 per cento delle votazioni. Per questa immane fatica a favore del popolo italiano il Cavaliere percepisce uno stipendio di circa 12mila euro al mese: un’amara ironia per milioni di italiani che faticano quotidianamente per arrivare alla fine del mese.

È sintomatico per la situazione politica italiana che questo comportamento cinico e immorale non sia neppure sfiorato nell’accesa polemica sulla decadenza del Cavaliere, ma dato semplicemente per scontato.

Gli italiani da anni si sono rassegnati ai privilegi e comportamenti arroganti della casta. In un altro paese Berlusconi sarebbe stato espulso dal senato già anni fa o non si sarebbe potuto ricandidare per assenteismo cronico. Licenziato, insomma, come succede a tutti gli italiani che non si presentano al posto di lavoro.

Quelli che hanno memoria lunga si ricorderanno che prima del divieto dei due mandati il Cavaliere era parlamentare a Roma e contemporaneamente a Bruxelles, dove con il suo amico Marcello Dell’Utri figurava ai primi posti nella lista degli assenti. Si sa che Berlusconi detesta il parlamento, e non chiede certo di rimanere in senato per lavorarci. È un caso che ci ricorda che a cinque anni dal bestseller

La casta non è stato fatto quasi niente per correggere eccessi e anomalie del sistema politico italiano.

Tuttora chiunque può farsi eleggere in parlamento e non partecipare mai a una seduta. Tuttora può fare l’avvocato e svolgere contemporaneamente l’attività di parlamentare. Tuttora non esiste un limite di tre mandati che avrebbe espulso dal parlamento già da anni Berlusconi, Bossi, Casini e decine di altri politici troppo longevi. E non sono certo l’unico a dubitare che i parlamentari voteranno mai la riduzione del loro numero alla metà.

Il fatto che un assenteista cronico come Berlusconi possa fare cadere il governo per puro interesse personale non è certo una novità. Ma la presenza di centinaia di televisioni estere è la garanzia di un nuovo colpo al prestigio internazionale del bel paese, già tanto strapazzato dalle mille peripezie del Cavaliere eterno.

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