Gli operatori turistici della riviera adriatica li hanno definiti “meteoterroristi”. E dopo anni di inutili polemiche hanno deciso di portare in tribunale circa trecento siti di informazione meteorologica, che con le loro previsioni inesatte “provocano ingenti danni economici e di immagine al settore turistico, valutabili fino a 15 milioni di euro a weekend”. 

Patrizia Rinaldi, presidente degli albergatori di Rimini, denuncia “bollettini diffusi troppo in anticipo che possono scatenare un effetto domino e spaventare i villeggianti con previsioni fuorvianti . Sono anni che dobbiamo subire gli effetti di previsioni spesso più negative della situazione reale”.

Il maltempo di quest’estate anomala ha contribuito ad aumentare notevolmente il nervosismo nelle regioni turistiche. Il governatore del Veneto Luca Zaia, da anni sulle barricate contro “il catastrofismo di meteorologi che con le loro previsioni estreme stanno rovinando il turismo”, propone di creare un coordinamento nazionale delle regioni turistiche “per combattere le fattucchiere del meteo che purtroppo dilagano in video e sugli smartphone della gente.”

In Alto Adige il servizio meteorologico offre ai turisti un’applicazione gratuita con informazioni dettagliate, come la segnalazione in tempo reale di tutti i temporali in provincia. Gli albergatori invitano i turisti a non usare Google o “altri siti poco affidabili”, ma di scegliere il servizio meteo provinciale che secondo loro è molto più preciso. “Google usa il simbolo della pioggia anche se la probabilità di precipitazioni è appena del 20 per cento. Noi lo usiamo a partire dal 60 per cento”, dicono i meteorologi di Bolzano.

Anche il Codacons si lamenta per le previsioni  sbagliate, che possono rovinare il fine settimana a molte famiglie: ”Chiediamo a tutti i siti specializzati di pubblicare in evidenza un avviso sulla limitata affidabilità delle previsioni”, tuona il presidente Carlo Rienzi.

La tv pubblica italiana non ha mai dato molta importanza alle previsioni meteo e ha lasciato campo libero ai privati, molti dei quali peccano di superficialità. Nei telegiornali di molti altri paesi le notizie sul tempo sono la ciliegina sulla torta. Vengono curate nei minimi dettagli e accompagnate da immagini suggestive. Alla Rai invece i meteorologi si presentano da decenni con l’uniforme dell’aeronautica, leggendo sterili bollettini in un linguaggio barocco: “I venti sono deboli di direzione variabile tendenti ad assumere regime di brezza lungo le coste”.

Ironizza Mauro Vanni, presidente di una cooperativa di bagnini a Rimini: “Com’è che nessuno lancia mai l’allerta bel tempo?” 

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