Fino all’inizio del novecento c’erano le carrozze con i cavalli. Poi sono arrivate le automobili e le carrozze sono scomparse. Oggi le macchine inquinano e il traffico cittadino è un problema, ma nessuno si sognerebbe di tornare alle carrozze con i cavalli.

Per tutto il novecento la Kodak è stata sinonimo di macchine fotografiche e pellicole. Poi sono arrivati gli apparecchi digitali e gli smartphone. La Kodak non ha saputo adattarsi, anche se aveva una storia e un marchio che le avrebbero consentito di farlo. E la scorsa settimana ha chiuso. Oggi nessuno accetterebbe una legge che proibisse le macchine fotografiche digitali per salvare la Kodak e l’industria degli apparecchi analogici. Prima c’erano i giornali nelle edicole, i film nelle sale cinematografiche, gli album nei negozi di dischi, i libri in libreria.

Oggi c’è internet e le persone scaricano, copiano, condividono e soprattutto producono: parole, immagini, suoni. Invece di prendere atto del cambiamento, adattarsi e trovare nuovi modi per sfruttare le potenzialità di internet, l’industria dei mezzi di comunicazione – in particolare negli Stati Uniti – usa i suoi soldi per condizionare i governi e spingerli ad approvare delle leggi che limitino l’uso della rete. Ma non hanno ancora capito che è una battaglia inutile, perché nessuno di noi vuole tornare alle carrozze con i cavalli.

Internazionale, numero 933, 27 gennaio 2012

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