Spomenik significa monumento in serbocroato, la lingua ufficiale nell’ex Jugoslavia. Tra gli anni sessanta e settanta il dittatore Tito commissionò la costruzione di memoriali per ricordare i campi di battaglia della seconda guerra mondiale. Per il progetto furono coinvolti i maggiori architetti del paese.

Il fotografo belga Jan Kempenaers ha documentato ventisei di questi siti, ormai abbandonati e ignorati dalla popolazione. L’idea di Tito era di onorare i generali che avevano combattuto contro l’esercito nazista, ma per non favorire nessuno dei gruppi etnici presenti in Jugoslavia, decise di fare costruire dei monumenti privi di identità nazionali. Il lavoro di Kempenaers vuole recuperare una memoria storica completamente rimossa.

Le immagini saranno esposte dalla galleria Breese Little di Londra fino al 13 luglio.

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