Il 25 maggio in tutto il continente si vota per rinnovare il parlamento europeo, ma l’Unione europea appare a molti sempre più astratta e distante. Negli ultimi tempi il dissenso a Strasburgo si è allargato, fino ad accomunare realtà molto diverse tra loro: movimenti popolari, destra xenofoba, sinistra radicale.

Oggi in Italia una persona su tre vorrebbe tornare alla lira, mentre oltre la metà del paese critica duramente gli effetti dell’euro e l’austerità. E tra i più disillusi ci sono i giovani.

Nati con l’Europa unita, hanno viaggiato per il continente con la sola carta d’identità, e hanno lavorato o studiato all’estero grazie a programmi come l’Erasmus. La maggior parte di loro mantiene un’idea assolutamente positiva di Europa, ma è delusa dalle politiche economiche seguite dalle istituzioni europee e dal modo in cui sono stati affrontati temi centrali come i diritti, il welfare, la sanità, l’istruzione.

L’Europa che non voglio è un progetto editoriale di Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton, e raccoglie ritratti e testimonianze dei giovani di varie regioni d’Italia che sognano un’Europa diversa.

Le foto pubblicate in queste pagine sono di Martina Cirese.

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