La diffusione dell’illegalità riduce l’onestà a livello personale. È quanto sostengono due ricercatori, Simon Gächter e Jonathan Schulz.

I ricercatori hanno condotto un test sul grado di onestà di 2.568 persone in 23 paesi. Nella prova le persone dovevano gettare un dado e comunicare il risultato. A seconda del punteggio uscito, ricevevano una ricompensa in denaro. Le persone erano consapevoli di non essere viste e avevano la possibilità di comunicare un punteggio superiore a quello realizzato. Il calcolo delle probabilità misurava la percentuale di punteggi gonfiati. I ricercatori hanno svolto il loro esperimento in città molto diverse tra loro, come Roma, Vienna, Praga, ma anche Shanghai, Nairobi, Bogotà.

È emerso che nessuna popolazione è del tutto onesta, né disonesta. Tuttavia, l’onestà è influenzata dalla diffusione delle pratiche illegali nella società. Per ogni paese i ricercatori hanno infatti stabilito un indice di “diffusione di violazione delle norme”. L’indice era composto da misure della corruzione, dell’evasione fiscale, dei brogli elettorali e di altri parametri simili. Gächter e Schulz hanno scoperto che maggiore era la diffusione dell’illegalità, minore era l’onestà dei partecipanti. In altre parole, “la corruzione corrompe”. Le società più ricche e individualiste erano anche le più sincere. Svezia, Germania e Gran Bretagna tendevano all’onestà, al contrario di Tanzania e Marocco, con l’Italia tra le società più sviluppate.

Secondo lo studio pubblicato su Nature, è la società che causa la disonestà delle persone. I ricercatori hanno infatti scelto partecipanti avevano in media meno di 22 anni e che quindi avevano una bassa probabilità di essere stati coinvolti in casi di corruzione o simili. Gli indici di violazione delle norme si riferivano invece a eventi di anni precedenti, ai quali i volontari non potevano aver contribuito.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it