Grazie alle carovane, i dromedari formano un’unica popolazione in tutto il mondo.
Sui Proceedings of the National Academy of Sciences è stato pubblicato uno studio sul dna degli animali. I ricercatori hanno analizzato campioni moderni e antichi, prelevati da siti archeologici, come quelli risalenti al periodo bizantino in Turchia, alla guerra tra ottomani e asburgici in Austria, o al periodo mamelucco e ottomano in Giordania.
Secondo Faisal Almathen e colleghi, il dromedario è stato addomesticato circa tremila anni fa, probabilmente nelle regioni costiere della penisola arabica sudorientale. Da lì si è diffuso alla Mesopotamia. Nel periodo antico o forse medioevale i dromedari si sono diffusi anche nel Nordafrica. Recentemente sono stati portati in Australia.
La popolazione dei dromedari è omogenea, anche se distribuita in località distanti migliaia di chilometri. Questa caratteristica è probabilmente dovuta alle carovane che collegavano paesi lontani e mescolavano continuamente la popolazione. Al suo interno la popolazione di dromedari contiene invece una grande variabilità genetica, forse frutto di apporti dalla popolazione selvatica, scomparsa circa duemila anni fa. L’unica popolazione di dromedari diversa dalle altre è quella del Corno d’Africa. Si pensa che gli animali siano stati trasportati via mare e usati solo per produrre latte, non per trasportare le merci.
La diversità genetica dei dromedari moderni fa pensare che l’animale possa resistere ai cambiamenti climatici e ad altre possibili minacce.
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