L’isola di Bikini è ancora radioattiva, più di quanto previsto. È quindi difficile che gli sfollati possano tornare a casa.
L’isola fa parte di un atollo delle Isole Marshall, nel Pacifico. Su questo atollo e su quello di Enewetak gli Stati Uniti hanno condotto tra il 1946 e il 1958 alcuni test nucleari. Dopo aver spostato la popolazione su altre isole, hanno fatto esplodere 67 bombe nucleari. A causa di questi test anche i vicini atolli Rongelap e Utirik, che erano abitati, sono stati contaminati. Gli sfollati hanno provato a tornare a Rongelap in 1957 e a Bikini nel 1968, ma la radioattività era troppo alta.
Un team della Columbia University di New York ha misurato l’effettiva radioattività su sei isole. Sono state studiate Enewetak, Medren e Runit, dell’atollo Enewetak, Bikini e Nam, dell’atollo Bikini, e Rongelap, dell’atollo omonimo. In precedenza ci si affidava a proiezioni basate su dati storici.
Emlyn Hughes e colleghi hanno scoperto che a Bikini la radioattività è superiore a quanto previsto dagli accordi tra Stati Uniti e la repubblica delle Isole Marshall. L’isola non può quindi essere abitata.
Su altre isole la radioattività è invece molto più bassa, sotto le soglie stabilite. In questo caso, secondo i ricercatori, andrebbe calcolata anche l’esposizione dovuta al consumo di alimenti prodotti localmente, come le noci di cocco, prima di autorizzare il ritorno degli sfollati. Due isole probabilmente non saranno più abitabili: quella di Nam, distrutta da un’esplosione nucleare, e quella di Runit, dove è stato costruito un deposito di scorie.
Lo studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, ha considerato la radioattività dovuta al cesio, ma in alcuni casi è presente anche il plutonio.
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