Dagli Stati Uniti alla Germania, dall’Irlanda all’Italia. Lo scandalo degli abusi sessuali sui bambini scuote la chiesa cattolica. E rischia di travolgere anche Benedetto XVI.
Ansa, 1 aprile 2010. Pier Luigi Bersani, segretario del Partito democratico, ha diffuso il seguente comunicato: “Anch’io, come Veltroni, getto la spugna. Non ce l’ho fatta. Mi dimetto. Però ho chiesto le dimissioni anche di tutto il gruppo dirigente del partito. È ora di lasciare spazio a una nuova generazione. A noi mancano le idee, non le persone: abbiamo centinaia di amministratori locali giovani, onesti e preparati che aspettano solo di mettere il loro entusiasmo al servizio del paese. Dobbiamo riaprire le sezioni, far tornare i cittadini, ricominciare a parlare con la gente. Abbiamo sbagliato a lasciare che la destra e il suo leader prendessero progressivamente il sopravvento: quando potevamo ancora fermarli, li abbiamo sottovalutati. È stata una sciocchezza. Abbiamo sbagliato a trascurare le vere emergenze nazionali: la lotta alla mafia e all’evasione fiscale, lo sviluppo del mezzogiorno, la scuola e l’università, la difesa dell’ambiente, una politica economica a favore delle donne e dei giovani. Per tutto questo vi chiedo scusa. Arrivederci”.
Pesce d’aprile. Leggi
Migliaia di casi insabbiati, i responsabili protetti dalle gerarchie ecclesiastiche, il papa accusato di omertà. La chiesa è travolta dagli scandali sugli abusi. Ma si preoccupa solo di difendere il suo potere.
Da Monaco a Ratisbona, dall’Irlanda agli Stati Uniti, il settimanale cattolico La Vie ricostruisce gli scandali sessuali che stanno facendo vacillare l’autorità di Benedetto XVI.
Di Andrew Sullivan
Era inevitabile che lo scandalo investisse i massimi livelli della chiesa: il conclave dei cardinali ha eletto vicario di Cristo in terra il principale responsabile degli insabbiamenti. Leggi
La Lega nord avanza nelle elezioni regionali cambiando i rapporti di forza nella coalizione di governo. Che si sposta sempre più a destra.
Nichi Vendola vince perché sa parlare a tutti e punta sui temi che interessano alle persone di sinistra: ambiente, lavoro, giovani e immigrazione.
Il Partito democratico aveva tutte le carte per vincere le elezioni regionali ma non è riuscito a sfruttare lo scontento dei cittadini.
La pace è stata firmata quattro anni fa. Ma in Darfur centinaia di migliaia di persone vivono ancora nei campi profughi. L’intervento umanitario ha fallito. E dopo l’arrivo di Obama Washington ha deciso di cambiare strategia.
Fanno affari con gli imprenditori amici, accusano la stampa di screditare il governo e si arricchiscono con i soldi dello stato. L’Argentina di Cristina e Néstor Kirchner vista dall’Economist.
Il paradiso degli hippy è la meta preferita di centinaia di ragazzi israeliani che hanno finito il servizio militare. Affollano le spiagge di Goa sballandosi con alcol e droghe per dimenticare gli orrori della guerra. Il reportage della Süddeutsche Zeitung.
Negli ultimi cinque anni Lu Guang ha documentato il degrado ambientale in Cina. Senza preoccuparsi di irritare il governo, scrive Christian Caujolle.
In cella crea opere d’arte e progetta evasioni ingegnose. Il suo ultimo tentativo di fuga l’ha reso una leggenda nelle carceri statunitensi.
Secondo antiche leggende islandesi l’isola è popolata da creature invisibili. Che conducono una vita semplice e si divertono a fare i dispetti.
Di Eddie Campbell
Con The wire ha raccontato i ghetti di Baltimora. Oggi David Simon esplora la New Orleans del dopo Katrina.
Intellettuali a Parigi
Vent’anni fa le strade cominciarono a riempirsi di biciclette e a svuotarsi di macchine. Non era una moda per proteggere l’ambiente o tenersi in forma, ma la conseguenza della fine dei sussidi sovietici.
Il rifornimento di petrolio a prezzi preferenziali si interruppe, i trasporti pubblici si fermarono e mio padre perse il lavoro come macchinista di treni. In quegli anni per arrivare al lavoro ci si poteva mettere anche mezza giornata.
Poi arrivarono i carichi di biciclette dalla Cina, che furono distribuiti tra operai e studenti modello. Il premio per un lavoro ben fatto o per l’appoggio ideologico incondizionato non era un viaggio in Germania Est o l’ultimo modello di Lada, ma una fiammante bicicletta Forever. Si diffusero i parcheggi per le bici e mio padre aprì un’officina per riparare le ruote bucate. Anche le donne più anziane, restie a mostrare le gambe, si adattarono alla situazione.
Con la dollarizzazione dell’economia, i funzionari, gli artisti e gli stranieri che vivevano a Cuba furono autorizzati a importare le loro auto. I turisti potevano noleggiare una Peugeot o una Citröen. Le strade si riempirono di nuovo di macchine e le bici diminuirono, perché non arrivavano più i carichi via mare, i pezzi di ricambio erano pochi e i cubani si erano stancati di pedalare.
Oggi, grazie a un piccolo miglioramento dei trasporti pubblici, molti si sono disfatti della compagna a due ruote. Come se bastasse questo per dimenticare la crisi.
Yoani Sánchez è una blogger cubana. Il suo blog è tradotto in quattordici lingue, tra cui l’italiano. Vive all’Avana, dove è nata nel 1975. In Italia ha pubblicato Cuba Libre (Rizzoli 2009). Scrive una rubrica settimanale per Internazionale. Leggi
Baustelle, Jónsi, Pavement Leggi
Michael S. Dell ha comprato gli archivi fotografici dell’ufficio newyorchese dell’agenzia Magnum Leggi
Per addormentarsi è meglio immaginare scene rilassanti che contare le pecore. Leggi
Dal secondo trimestre del 2008 alla fine del 2009 in Italia sono stati perduti 802.128 posti di lavoro. Inoltre, ci sono 334mila persone in cassa integrazione. Leggi
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