Al termine di un incontro all’Expo di Milano, il premier ha chiesto di abbandonare qualsiasi atteggiamento di “isteria” ed egoismo sul tema. Il capo di stato francese è tornato a dire che le quote “non hanno senso” e “dobbiamo trovare altre formule”
Sull’immigrazione Francia e Italia sono pronte a “lavorare insieme”, nel rispetto dei principi di “solidarietà e responsabilità”. È la conclusione, annunciata dal premier Matteo Renzi e ribadita dal presidente francese François Hollande, dell’incontro che si è tenuto in occasione della visita di Hollande all’Expo di Milano. Finora l’Italia ha fatto ciò che doveva da sola, ha sottolineato Renzi, oggi è necessario “lavorare insieme rispettando sia le persone che le regole”.
In una conferenza stampa congiunta, il presidente del consiglio ha osservato come l’immigrazione sia “uno dei tempi più difficili da affrontare”: da qui, l’appello ad abbandonare qualsiasi atteggiamento di “isteria su questo tema” e anche gli “egoismi” perché quello dell’accoglienza è un problema di tutta l’Europa e “dobbiamo risolverlo tutti insieme”. Dal canto suo, Hollande ha fatto notare che “l’Europa ha delle regole che non cambiano di fronte alle minacce” e “dobbiamo usarle per proteggerci ma anche per affrontare i problemi con responsabilità”.
La Francia, con il blocco dei migranti a Ventimiglia, non ha fatto che “applicare queste regole” ha ribadito il capo di stato francese. “La frontiera non è stata chiusa - ha proseguito - sono stati stabiliti dei controlli”. Hollande è tornato a dire che le quote “non hanno senso” e “dobbiamo trovare altre formule”, concedendo che l’Europa dovrà aiutare l’Italia e che la Francia è disposta a fornire mezzi per registrare i migranti alle frontiere.
Nella giornata mondiale del rifugiato continua la protesta dei migranti a Ventimiglia contro il blocco della frontiera da parte delle autorità francesi. Secondo le stime della Croce Rossa, sono oltre 150 i profughi ancora accampati sulla scogliera dei Balzi rossi. Altre 400 persone hanno passato la notte nella stazione della cittadina ligure, dove è stato allestito un centro di prima accoglienza con un centinaio di brandine.
Prosegue anche il braccio di ferro tra la polizia italiana e la polizia francese sulle richieste di riammissione dei profughi trovati in Francia. Nella giornata di ieri 83 persone sono state riammesse in Italia, ma per altre decine è stata rifiutata la riammissione in base all’accordo bilaterale di Chambéry.
Al valico di ponte San Ludovico prosegue anche la gara di solidarietà tra cittadini francesi e italiani. Sono decine le famiglie e le associazioni che stanno portando cibo, bevande e vestiti ai migranti che si trovano da ormai otto giorni sugli scogli per rivendicare il diritto a spostarsi liberamente all’interno dell’Unione europea. Nel pomeriggio nella piazza della stazione di Ventimiglia i centri sociali e le associazioni anti razzismo si sono dati appuntamento per un’assemblea pubblica, in solidarietà con la protesta dei profughi.
Il presidente francese François Hollande ha detto che l’adesione al sistema di quote previsto dalle nuove linee guida dell’Unione europea sull’immigrazione dovrebbe essere su base volontaria e non dovrebbe essere imposta da Bruxelles ai paesi membri dell’Unione.
Dopo aver partecipato a un vertice con i paesi dell’Europa dell’est – Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia – in una conferenza stampa Hollande ha detto che “non pensa che il sistema di quote per il ricollocamento dei migranti abbia senso, non è il metodo giusto”. Secondo Hollande l’unico modo per fermare il flusso di migranti verso in paesi dell’Europa è quello di colpire “le ragioni che spingono le persone a lasciare i loro paesi d’origine”. I controlli alle frontiere tra Italia e Francia e il respingimento di alcuni migranti irregolari che provavano ad oltrepassare il confine francese hanno scatenato un braccio di ferro tra Parigi e Roma. Oggi ancora circa 180 migranti erano bloccati in segno di protesta sugli scogli a Ventimiglia, in attesa che i blocchi sul confine francese siano alleggeriti.
Alcuni migranti, accampati sugli scogli di Ponte San Ludovico, si sono raccolti in preghiera in direzione della Mecca. Sarebbero almeno 400 i musulmani che hanno osservato il digiuno dall’alba al tramonto che si pratica durante il Ramadan Leggi
È passata la prima settimana sugli scogli per i migranti che aspettano di passare in Francia al varco doganale di ponte San Ludovico, a Ventimiglia. Aumentano ogni giorno. Oggi sono circa 180, soprattutto uomini, eritrei e siriani, accampati sulla scogliera in protesta contro le autorità francesi che mantengono i controlli alla frontiera e bloccano chi non possiede un regolare documento per circolare in Europa.
Circa 450 migranti aspettano invece alla stazione del comune ligure. Ma neppure con il treno è facile lasciare l’Italia: i gendarmi salgono sui convogli e obbligano i sans papier a scendere all’ultima stazione italiana di Garavan-Menton. Le richieste di riammissione all’Italia ieri sera erano oltre 100. La Croce rossa italiana, che ha in carico l’organizzazione sanitaria, con l’Asl di Imperia e il coordinamento della regione Liguria, ha servito ieri sera 700 pasti, anche quelli notturni per i fedeli musulmani per cui ieri è stato il primo giorno di digiuno del ramadan.
La frontiera resta presidiata dalla polizia francese, con mezzi e agenti in tenuta antisommossa che sembrano aumentare giorno dopo giorno. In questo momento di tensione con il paese vicino, il primo ministro italiano Matteo Renzi domenica accoglierà all’Expo il presidente francese François Hollande.
Negli ultimi 15 anni, i paesi europei hanno speso circa 11,3 miliardi di euro per espellere i migranti irregolari e 1,6 miliardi per rafforzare i controlli alle frontiere. L’hanno calcolato i giornalisti di Migrants files, un collettivo internazionale di 20 cronisti, statistici ed esperti sull’argomento. Leggi
Consideriamo le cifre. Il Libano ha sei milioni di abitanti e accoglie oltre 1,2 milioni di rifugiati, soprattutto siriani; la Giordania ha una popolazione di otto milioni di abitanti e oltre 600mila rifugiati; la Turchia, 80 milioni di abitanti, ospita 1,8 milioni di rifugiati. L’Unione europea ha una popolazione di 500 milioni di abitanti e si considera in stato d’assedio perché centomila migranti e richiedenti asilo hanno raggiunto le sue coste. Leggi
Circa cento migranti hanno passato un’altra notte sulla scogliera di ponte San Ludovico e si preparano al quinto giorno di proteste alla frontiera di Ventimiglia, bloccata dalle autorità francesi. Leggi
Il governo francese ha annunciato 10.500 nuovi alloggi per l’accoglienza dei migranti, all’indomani delle discussioni su immigrazione e asilo al consiglio affari interni dell’Unione europea in Lussemburgo. L’iniziativa rientra in un piano del ministero dell’interno di Parigi, in risposta alla crisi dei migranti in Europa, come spiegato al termine di un consiglio dei ministri a Parigi dal ministro dell’interno Bernard Cazeneuve e dalla responsabile per le politiche abitative Sylvia Pinel.
Sono previsti – entro l’inizio del 2016 – quattromila nuovi posti per i richiedenti asilo, cinquemila posti per stranieri che abbiano ottenuto l’asilo e 1.500 alloggi per migranti irregolari senza sistemazione, come ha precisato il ministero. L’annuncio è arrivato dopo giorni di tensione tra l’Italia e la Francia alla frontiera di Ventimiglia, dove la polizia e la gendarmeria francese hanno bloccato e respinto centinaia di migranti.
Il governo francese ha annunciato la creazione di 10.500 nuovi posti per accogliere profughi e richiedenti asilo, nell’ambito di un piano del ministero dell’interno in risposta alla crisi di migranti in Europa. Afp
Circa cento migranti hanno passato un’altra notte sulla scogliera di ponte San Ludovico e si preparano al quinto giorno di proteste alla frontiera di Ventimiglia, bloccata dalle autorità francesi. Dopo lo sgombero di ieri da parte della polizia non ci sono più stati momenti di tensione. Secondo la Croce rossa, altri cinquecento migranti hanno dormito nella stazione di Ventimiglia e nella notte è arrivata in treno un’altra cinquantina di persone. Leggi
I ministri degli interni dei 28 paesi dell’Unione europea riuniti per un vertice sull’immigrazione in Lussemburgo non hanno trovato un accordo sulle nuove linee guida dell’Unione in materia di immigrazione che prevedono la ridistribuzione dei richiedenti asilo nei diversi paesi dell’Unione attraverso un sistema di quote.
La proposta era stata fatta dalla Commissione europea e prevedeva il ricollocamento nei diversi paesi dell’Unione di 40mila migranti arrivati in Italia e Grecia.
Secondo il ministro dell’interno lettone ci sono molte divergenze tra i paesi europei sulla questione, in particolare i paesi dell’Europa dell’est non vogliono che l’adesione al sistema di quote sia obbligatoria, ma preferiscono che sia volontaria. L’incontro tra i ministri è durato cinque ore, ma non ha portato a nessun accordo. Si discuterà di nuovo della questione a Bruxelles il 25 e 26 giugno.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi che aveva minacciato nei giorni scorsi un piano B se non fosse stato trovato un accordo, ha detto a Porta a porta di essere sicuro che “un accordo ci sarà”.
Prima dell’incontro con i ministri dell’Unione, il ministro dell’interno Angelino Alfano aveva detto che “la scena di Ventimiglia è un pugno in faccia all’Europa ed è la prova che i migranti non vengono in Italia per stare in Italia, ma per andare in Europa ed è dalla scena di Ventimiglia che tutti devono trarre insegnamento”.
Alla fine del vertice Alfano ha detto che il clima è stato positivo. “Abbiamo giudicato un primo passo questa agenda della Commissione, sia per la rottura del muro di Dublino, che i rimpatri”, dice Alfano. “Sui numeri occorre ancora discutere”, ha detto.
Al termine della riunione Francia e Germania hanno confermato la loro posizione, trapelata anche in una conferenza stampa in mattinata. Parigi e Berlino hanno detto di essere favorevoli al sistema delle quote, ma hanno vincolato la loro approvazione alla garanzia da parte dell’Italia che i migranti in arrivo nel paese siano identificati e gli siano prese le impronte digitali.
Inoltre Parigi e Berlino chiedono di affidare la prima accoglienza alle autorità europee che si dovrebbero fare carico della registrazione dei migranti, perché non si fidano delle procedure italiane.
Il commissario per l’immigrazione e gli affari interni Dimitri Avramopoulos ha ripreso Francia, Germania e Austria per l’inasprimento dei controlli alle frontiere che hanno impedito a centinaia di persone di origine straniera di attraversare il confine.
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