Le autorità della Transnistria, una regione separatista filorussa della Moldova, hanno chiesto il 28 febbraio la protezione della Russia contro le “provocazioni” di Chișinău, in un contesto di forti tensioni legate al conflitto in Ucraina.
Al termine di un congresso straordinario indetto nella loro “capitale” Tiraspol, il primo dal 2006, i deputati della Transnistria hanno emesso un comunicato in cui invitano la Duma, il parlamento russo, ad attivarsi “per proteggere la Transnistria, dove vivono più di 220mila russi, dalla crescente pressione della Moldova”.
“La Transnistria sta affrontando minacce senza precedenti di natura economica, socio-umanitaria e politico-militare”, si legge nel comunicato.
La richiesta di protezione ricorda quella avanzata dai separatisti filorussi dell’Ucraina orientale nel febbraio 2022, che è diventata uno dei pretesti con cui il presidente russo Vladimir Putin ha giustificato l’invasione.
Dazi doganali
La Transnistria, una striscia di terra stretta tra la Moldova e l’Ucraina, si autoproclamò indipendente nel 1992 dopo un breve conflitto con l’esercito moldavo. Oggi il territorio ospita 1.500 soldati russi, che ufficialmente hanno il compito di mantenere la pace.
Ma dopo l’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, alcuni analisti hanno ipotizzato un attacco di Mosca dalla Transnistria verso la grande città portuale ucraina di Odessa, sul mar Nero.
I deputati separatisti hanno giustificato la richiesta di protezione con la recente introduzione da parte di Chișinău di dazi doganali sulle importazioni dalla Transnistria.
Il presidente della Transnistria, Vadim Krasnoselskij, ha affermato che il territorio “è sottoposto a un genocidio, compiuto tramite pressioni economiche, fisiche, giuridiche e linguistiche”.
Il 28 febbraio il governo della Moldova ha affermato che “la situazione sembra sotto controllo, nonostante l’ennesimo tentativo di alimentare le tensioni”.
L’ultimo congresso straordinario dei deputati della Transnistria fu indetto nel 2006 per organizzare un referendum sull’annessione alla Russia.
Nel referendum, che non fu riconosciuto dalla comunità internazionale, il 97,1 per cento degli elettori votò a favore dell’annessione.
Chișinău e l’Unione europea hanno più volte accusato la Russia di voler destabilizzare la Moldova, che in passato si trovava nella sua sfera d’influenza.
Nel dicembre 2023 Bruxelles ha annunciato l’apertura dei negoziati per l’adesione della Moldova e dell’Ucraina.