L’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, il principale scalo internazionale in Italia, per chi fugge da guerre e persecuzioni è più un muro (poco conosciuto) della fortezza Europa che una porta di accesso all’area Schengen sul Mediterraneo. La polizia di frontiera ha diffuso dei dati su Fiumicino: ha dichiarato di aver respinto 2.731 persone nel 2014 e di aver fatto entrare in Italia 539 richiedenti asilo che hanno presentato per la prima volta la domanda di protezione internazionale nell’aeroporto. Quest’anno, fino al 10 aprile, i respinti sono stati 755 e i richiedenti asilo accolti 160. È impossibile sapere se i respinti volevano chiedere asilo politico in Italia, come stabiliscono la legge italiana e quella internazionale in base al diritto di non-refoulement, cioè il diritto di non essere respinti alla frontiera.
Secondo un recente rapporto dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) anche donne e bambini siriani sono stati respinti da Fiumicino o si è tentato di respingerli. “Quasi tutti quelli che chiedono asilo provengono dalla Siria e difficilmente li respingiamo, al contrario degli algerini, per esempio, che cercano solo di entrare illegalmente in Europa”, dice Antonio Del Greco, direttore della V zona della polizia di frontiera a Fiumicino.
L’Asgi ha inoltre stimato che ogni anno transitano dal principale scalo aereo di Roma altri duemila richiedenti asilo, rimandati in Italia da diversi paesi europei. Si tratta di persone a cui sono state prese le impronte digitali in Italia e poi sono andate a chiedere protezione in un altro paese dell’Unione. Il regolamento di Dublino li vincola a restare nel luogo di primo ingresso nel territorio dell’Ue, oppure obbliga a respingerli nel paese di primo ingresso.
Tutto succede agli arrivi dei voli internazionali, il Terminal 3, tra il controllo dei passaporti e gli uffici della polizia. I passeggeri e i turisti non si accorgono di nulla. È qui che Karim, nome di fantasia, è arrivato nel 2011 dalla Tunisia in cerca di protezione internazionale e ha subìto un tentativo di respingimento. Karim ha comprato un biglietto aereo da Tunisi a Belgrado con scalo a Roma, dove voleva chiedere l’asilo politico. Un altro sistema usato di frequente è il viaggio con un passaporto falso, pagato migliaia di euro ai trafficanti.–Raffaella Cosentino
Terza puntata della serie Borderline, un viaggio in sei video sulle frontiere più usate dai migranti per entrare nei paesi europei.
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