Il 16 marzo migliaia di persone hanno manifestato contro il governo di Dilma Rousseff che ha nominato capo di gabinetto l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, accusato di riciclaggio di denaro dalla procura di São Paulo.

Lula è coinvolto nell’inchiesta lava jato (autolavaggio) avviata dal giudice Sérgio Moro nel 2014 per indagare su un giro di tangenti tra l’azienda petrolifera statale Petrobras, alcuni imprenditori e politici brasiliani, soprattutto del Partito del lavoratori (Pt) al governo. La nomina darà a Lula l’immunità e maggiore potere in parlamento per fermare il processo di destituzione della presidente Rousseff, accusata di aver ricevuto finanziamenti illeciti durante la campagna elettorale e di aver falsificato i conti dello stato.

Il 13 marzo più di tre milioni di brasiliani erano scesi in piazza in centinaia di città del paese per protestare contro la corruzione e chiedere le dimissioni della presidente. È stata una delle manifestazioni più partecipate della storia democratica del Brasile.

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