Un patto d’amore
Tra il 1968 e il 1973 Mario Giacomelli realizza una serie fotografica ispirata alla poesia Caroline Branson, contenuta nell’Antologia di Spoon River, scritta dallo statunitense Edgar Lee Masters e pubblicata nel 1915. In Italia ne arriva una versione tradotta solo nel 1943, grazie a Fernanda Pivano e Cesare Pavese.
Caroline Branson da Spoon River è una serie meno conosciuta rispetto ai lavori sui paesaggi, nei campi e tra i contadini, o negli ospizi per anziani, segnati dai forti contrasti grafici. Tuttavia resta un interessante momento di sperimentazione in cui la spinta alla creazione di un racconto fotografico proviene principalmente da un testo letterario.
“Giacomelli rimase colpito da questa poesia perché ci racconta la storia, bella e tragica, di due amanti che sigillano un patto di morte. Preferiscono morire piuttosto di vedere la loro passione svanire nella monotonia”, ricorda Katiuscia Biondi Giacomelli, nipote del fotografo.
E poi, oh notte! senza spontaneità! senza amore!/ Tutto il nostro corteggiamento cancellato dal possesso,/ in quella stanza in un’ora che tutti sapevano!/ L’indomani lui era così assente, quasi freddo,/ così stranamente diverso, si chiedeva perché piangessi,/ finché non so che nauseata disperazione e voluttuosa follia/ ci spinsero al patto mortale.
Da un’America di frontiera, la storia si sposta sulle rive del fiume Misa a Senigallia, città natale di Giacomelli. All’inizio i risultati non sono soddisfacenti: “Le immagini che avevo scattato non avevano senso, erano troppo realistiche”, racconta il fotografo allo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle. Le idee di Giacomelli cominciano a prendere vita tra il 1971 e il 1973, dopo un lungo lavoro in camera oscura. Attraverso il bianco e nero, Giacomelli vuole ricostruire un racconto personale, dove la sua immaginazione e i suoi ricordi vincono e dominano l’iniziale ispirazione letteraria e prendono una strada nuova.
L’omaggio a Spoon River di Giacomelli è in mostra fino al 28 luglio alla Polka galerie di Parigi.