Per arrivare nel centro di Ancona dalla stazione ferroviaria si percorre via Guglielmo Marconi. Una lunga strada che diventa via XXIX settembre all’altezza di porta Pia. Dietro la porta – in un’insenatura del porto, su un’isola artificiale – c’è un edificio pentagonale. È il Lazzaretto di Ancona, o Mole Vanvitelliana, progettato da Luigi Vanvitelli nel 1733. Usato come luogo di quarantena, magazzino e fortificazione del porto, oggi ospita il museo tattile statale Omero.

La Mole Vanvitelliana, Ancona. (Archivio fotografico del museo tattile statale Omero)

È uno spazio per non vedenti ma è aperto a tutti. Nasce nel 1985, da un’idea di Aldo Grassini e Daniela Bottegoni, una coppia di appassionati di arte e viaggi, entrambi non vedenti.

La Venere di Milo in primo piano e la Lupa Capitolina sullo sfondo. (Luna Simoncini)

I due decidono di creare uno spazio dove finalmente le opere possano essere apprezzate dai non vedenti, grazie alla loro riproduzione su scala e al fatto che possono essere toccate – a differenza che negli altri musei. La prima esposizione avviene nel 1993. Sei anni dopo, il museo è riconosciuto come museo statale.

La testa del David di Michelangelo. (Luna Simoncini)

Le opere riprodotte, in scala uno a uno, sono circa centocinquanta e sono realizzate in gesso o resina. Entrando nel museo ci si trova davanti al Discobolo, alla Venere di Milo, alla Lupa Capitolina, alla Pietà di Michelangelo, al Mosè, all’enorme testa del David. Ma anche ai modelli della basilica di San Pietro, del Pantheon e del Duomo di Firenze.

La Pietà di Michelangelo. (Luna Simoncini)

Capolavori dell’arte e dell’architettura che possono essere finalmente toccati, esplorati e sentiti da tutti – vedenti e non vedenti – con le mani, gesto proibitissimo nei musei di tutto il mondo.

Il modello della basilica di san Pietro. (Luna Simoncini)

Chi vuole, può anche visitare il museo indossando una benda sugli occhi, così da fruire l’arte in modo diverso.

Il modello della basilica di san Pietro. (Luna Simoncini)

Al museo Omero sono ambiziosi e vogliono usare lo spazio che hanno ancora a disposizione per un percorso espositivo che comprenda almeno trecento opere. Opere che diano forma a siti archeologici ma anche a piante, a mimiche facciali e ad animali.

Fregio del Partenone di Atene. (Luna Simoncini)

E se è vero, come dice il presidente e fondatore Grassini, che “il toccare è una dimensione affettiva che annulla le distanze” allora questo è il posto adatto per avvicinarsi all’arte senza divieti.

Una sala del museo. (Luna Simoncini)

Ah, l’ingresso al museo è gratuito.

Lui e Lei, di Giuliano Vangi. (Luna Simoncini)

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