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Cinque mostre di fotografia da Campobasso a Torino

Atlante, 1973. (Luigi Ghirri, Collezione privata, Eredi Ghirri)

Atlante, Luigi Ghirri
Maxxi, Roma
Fino al 21 gennaio 2018
Un viaggio immaginario che Luigi Ghirri compie restando a casa. Le 41 immagini esposte ritraggono le pagine di un atlante geografico, che perdono la funzione descrittiva e si trasformano in riflessioni sui segni e sui dettagli. Per Ghirri l’atlante è il luogo in cui “tutti i segni della terra, da quelli naturali a quelli costruiti dall’uomo, sono rappresentati: monti, laghi, piramidi, oceani, città, villaggi, stelle, sole”. Questo lavoro, acquistato da un collezionista privato direttamente da Ghirri nel 1975 e ritrovato solo recentemente, rappresenta una delle prime riflessioni sul concetto di paesaggio e sul modo di raccontarlo attraverso la fotografia.

Matera immaginata
Museo di palazzo Lanfranchi, Matera
Fino al 4 febbraio 2018
In mostra 46 fotografie realizzate nel secondo dopoguerra da fotografi che hanno raccontato Matera e la Basilicata, concentrandosi soprattutto sulle zone rurali. Il percorso espositivo comincia dagli anni quaranta e cinquanta, con le foto di autori come David Seymour e Henri Cartier-Bresson, spinti dalla funzione sociale della fotografia; prosegue negli anni sessanta, quando Matera diventa il simbolo di una identità nazionale da ricostruire: attraversa gli anni settanta, con le foto di autori come Mario Cresci, Augusto Viggiano e Luigi Ghirri; e si conclude con immagini più recenti.

Libya: a human marketplace, Narciso Contreras
Galleria Raffaella De Chirico, Torino
Fino al 14 gennaio 2018
Il lavoro del fotografo messicano esposto a Torino ha vinto il Prix Carmignac di fotogiornalismo del 2017, assegnato ogni anno a un reportage fotografico sulle violazioni dei diritti umani e della libertà d’espressione nel mondo. Il progetto, realizzato nel 2016, documenta il traffico di essere umani nei centri di detenzione in la Libia. “Queste strutture, controllate in molti casi dalle milizie, sono diventate ‘prigioni improvvisate’ dove donne e minori vivono in condizioni disumane e sono spesso vittime di abusi e violenze”.

Environmental migrants: the last illusion, Alessandro Grassani
Wsp photography, Roma
Fino al 31 gennaio 2018 (chiuso il sabato e la domenica)
Dal 2011 al 2016 Grassani ha viaggiato in Mongolia, Bangladesh, Kenya e Haiti, per raccontare le storie dei profughi ambientali. Secondo l’Onu sono sempre di più le persone spinte ad abbandonare il loro paese d’origine a causa dei disastri ambientali, o perché non hanno più accesso a terra, acqua e mezzi di sussistenza.”Il mio obiettivo di ricerca”, ha spiegato Grassani, “è documentare e raccontare le storie di questi profughi, per rivelare il devastante impatto sociale di questi spostamenti”.

Fotografa e rivoluzionaria, Tina Modotti
Centro per la fotografia Vivian Maier, Campobasso
Fino al 7 gennaio 2018
Oltre alle immagini, la mostra presenta alcune lettere scambiate tra Modotti e la madre – e quelle con il fotografo Edward Weston, con cui ebbe una relazione sentimentale. Fu lui a spingerla a lavorare sempre di più con la fotografia. Il percorso espositivo ricostruisce la vita privata e professionale della fotografa le cui immagini più famose sono quelle legate al periodo della rivoluzione messicana. Diventò in seguito la fotografa ufficiale del movimento muralista messicano, documentando soprattutto i lavori di José Clemente Orozco e di Diego Rivera.

Per segnalare una mostra di fotografia scrivere a: mostre@internazionale.it

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