Le mani che Irma Testa fascia prima di metterle nei guantoni da boxe sono posate sul menù di un ristorante nel centro di Napoli. “Mia madre è la regina di pasta, patate e provola. Fa la cuoca in un ristorante di fronte agli scavi di Pompei, di proprietà del presidente della palestra dove ho cominciato. Lei cercava un lavoro, era stata licenziata. Lui cercava una persona. Gliel’ho presentata. Ogni volta che torno, mi prepara il gateau, la lasagna, i piatti che fuori non trovo. In ritiro vado avanti a petto di pollo, insalata, pesce. Ho imparato anche a prepararlo da sola”.
Cinque anni fa Irma Testa, 24 anni, è stata la prima nella storia del pugilato femminile italiano ad andare alle Olimpiadi e nell’estate del 2021 la prima a vincere una medaglia, in un anno senza uomini tra i qualificati. Anche questo non era mai successo. In ritiro significa ad Assisi, e non c’entra la Chiesa, che Irma fatica a capire: “Non vedo perché devo aver bisogno di un’altra persona, di un prete, se voglio pentirmi di un peccato”, dice.
Testa vive nel centro della federazione italiana pugilato in Umbria da quando a quindici anni ha lasciato Torre Annunziata, rione Provolera, una delle piazze di spaccio dell’hinterland napoletano, dove abitava. Lì le poteva capitare di vedere ’O Niro e ’O Russo regolare i conti con una pistola, come ha raccontato nella sua autobiografia Cuore di pugile.
È partita per salvarsi, anche se non lo racconterebbe mai così. È partita per cercare un padre, perché il suo era assente anche quando c’era. Ha fatto un cammino più lungo dei 400 chilometri che separano questi due punti sulla cartina geografica. È stato un viaggio nella consapevolezza. Ha una geisha tatuata sul braccio sinistro, la chiamano Butterfly, e danza tra i pregiudizi come fa nel suo stile elegante sul ring.
Nessuna è imperfetta
“Ero una ragazzina che non sapeva parlare in italiano. Mia madre mi ha dato l’educazione, mi ha tenuto lontana dai guai, ma era fuori tutto il giorno per pagare i debiti che avevamo. Se andavo o non andavo a scuola, non lo sapeva. Sono cresciuta con i miei nonni che sono analfabeti. Sono diventata grande ed ero ancora piccola. Mi sono trovata all’improvviso in contesti dove avvertivo il bisogno di avere un’opinione mia su cosa dicevano. Ho imparato come si sta a tavola per poter andare a cena fuori”.
“Sono stata in posti dove non immaginavo di arrivare, tre volte in Cina, in India, ho visto come si sta al mondo e ho dovuto studiare. Ho letto tutto Dostoevskij perché ne sentivo parlare e non volevo rimanere zitta. È questo cambiamento che mi rende fiera di me, non le medaglie. Per le mie amiche d’infanzia sono ancora oggi la zingarella, stavo sempre in strada a giocare con le biglie o lo strummolo, la trottola di legno, le pistole con i pallini gialli. La boxe è stata un mezzo”.
Ha imparato ascoltando e ha imparato ad ascoltarsi. All’inizio della carriera ha vissuto in un corpo che doveva restare entro il limite dei 51 chili per poter combattere. “Una settimana prima del match smettevo di bere anche l’acqua per calare di peso. Per le donne è un disastro, salta il ciclo, arrivano problemi ormonali, è pericoloso. Quando prendi un colpo e sei senza liquidi, ti stordisce. Ora che esiste la categoria dei 57 chili va molto meglio”.
In tv a Verissimo e poi alla rivista Vanity Fair ha raccontato che non vuole più nascondere il suo orientamento sessuale. “Chi mi sta vicino ha sempre saputo. La prima persona a cui ho raccontato che mi ero innamorata di una ragazza è stato Emanuele Renzini, il maestro della nazionale. Lei ricambiava. A casa non avevo mai sentito parlare di due donne che stavano insieme. Mi sono confidata e lui mi ha detto che non c’era niente di strano”.
“Non mi sono mai sentita sbagliata, ora ne parlo perché nessuna deve più sentirsi imperfetta. Ho solo aspettato un po’ per dirlo a mia madre, avevo 16 anni. Alla nonna penso che si possa evitare di spiegarlo, ma le ho sempre presentato le mie fidanzate. Ne ho avute due importanti. La nonna è cieca, mi ha sempre fatto capire di sapere. Alle mie cugine domanda: quando te lo trovi un fidanzato? A me no, a me ogni tanto chiedeva: come sta quell’amica tua, quando fate pace?”.
Un milione di euro
Testa non sopporta il pregiudizio di chi pensa che essere pugile significhi automaticamente essere lesbica. “Nel mio caso è vero, ma non è una regola. Gli omosessuali esistono anche nel calcio. Sono tantissimi. Hanno paura di dirlo. Eppure sarebbe ora di parlarne con naturalezza. Se il discorso partisse da uno di loro, in due anni non sarebbe più un tabù”.
La boxe è femmina, dice ogni tanto Testa. Il primo maestro a cui deve tutto si chiama Lucio Zurlo, oggi ha 83 anni, sua moglie le faceva il doposcuola. “Non ho mai visto Rocky, lo so, sembra strano, ma Million dollar baby sì: lui è il mio Clint
Eastwood. La nostra relazione è come quella del film. Prima non ero riuscita a fare sport seriamente. Solo il pattinaggio mi piaceva, ma non potevamo permettercelo. I pattini costavano 300 euro e la retta era alta. Mia sorella era una bravissima ballerina, qualche sacrificio si faceva per lei”.
Ma i soldi per tutte e due non c’erano. Testa ricorda come un trauma il giorno in cui suo padre la trascinò in lacrime da un uomo. “Gli disse: ‘A criatura sta chiagnenno, vuole fare il pattinaggio, prestami altri soldi’. E io lo imploravo: vi prego, dateglieli, vi prego. Avrò avuto 10 anni, non l’ho più scordato. Ho rifiutato lo sport finché è arrivata la boxe”.
“Ora quando torno a Torre resisto tre giorni, sono abituata al silenzio della mia camera, agli orari fissi per pranzo e cena. Non è una clausura e non è un sacrificio: la forza per andare a ballare manca. Dopo le Olimpiadi sono arrivate delle proposte per fare la professionista, ma non è il pugilato che fa per me. Se un giorno dovessi accettare, sarà per una barca di soldi. Una barca di soldi per me sono 500mila euro, forse un milione. Non lo so a cosa si pensa davanti a un milione”.
Antica trattoria e pizzeria Da Donato
Via Spaventa 37/43, Napoli
1 pasta patate e provola € 9,00
1 mezzanelli alla genovese € 9,00
1 frittura di paranza € 12,00
1 acqua € 2,00
1 calice di vino € 4,00
2 caffè € 2,00
2 coperti € 3,00
Totale € 41,00
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