Sette anni fa l’assessora all’istruzione della regione Veneto, Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia, rilanciava una lettera indignata di un genitore che denunciava come increscioso il fatto che un professore si era presentato in classe vestito da donna e aveva chiesto di essere considerato una donna. “Quando ho letto la lettera di questo genitore sono rimasta schifata e l’ho pubblicata subito sul mio profilo Fb: credo che questo docente non dovrebbe più insegnare in una classe”. Quella docente si chiamava Cloe Bianco, insegnava fisica in un istituto agrario, e nel 2015 fu demansionata: non mise più piede in classe e fu assegnata a compiti di segreteria. Cominciò a sostenere in modo militante la battaglia a favore delle persone transgender. Il 15 giugno ha scritto un biglietto lucido e straziante e ha deciso di bruciare insieme al camper che era diventata la sua casa. “Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato, porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte”.
Di fronte a questa storia terribile, dobbiamo concentrare l’attenzione sulle questioni di fondo: la tutela della libertà e dei diritti delle persone, a partire dal lavoro. Bianco, dopo essere stata sospesa, si era rivolta a un tribunale del lavoro ma i giudici non le avevano dato ragione: la sua transizione, definita una “legittima scelta identitaria” era stata troppo improvvisa. “Se tempi e modi di tale scelta fossero stati attuati diversamente”, è scritto nella sentenza, “questa sarebbe stata responsabile, corretta e consona alla funzione di docente”.
Domandiamoci, di fronte alla morte di Bianco, quali sono le caratteristiche imprescindibili della funzione docente e se in questo suicidio Bianco non sia stata un’incredibile docente. Cosa chiediamo a un’insegnante? Stabilire con noi una relazione educativa fondata sulla ricerca della verità. In un testo straordinario intitolato Insegnare a trasgredire, la scrittrice e attivista bell hooks propone una pedagogia della verità che fornisca strumenti per trasformare la realtà. Mi sarebbe piaciuto assistere alle lezioni di Bianco, ma ho assistito solo a due momenti che sono diventati pubblici: l’episodio del 2015, quando si presentò in classe vestita da donna, e il suicidio del 2022. Ma non sono anche queste due grandi lezioni?
Sarebbe giusto, in onore delle battaglie che Bianco ha sostenuto fino alla morte, che il ministero dell’istruzione riconoscesse il valore del suo insegnamento in modo ufficiale, anche se postumo.
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