Dentro la stalla della Porta dei Parchi i bambini restano a bocca aperta: davanti a loro ondeggia un mare di teste bianche. È un gregge di 1.400 pecore che passa la notte in un sistema di recinti mobili di legno, al riparo dai lupi e dagli orsi marsicani che vivono in quest’angolo di Abruzzo, di fronte alla Majella e non lontano dal perimetro del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Qua e là c’è anche qualche pecora nera, ma sono poche. Tutti i giorni il gregge viene condotto al pascolo, rientrando poi alla base tra le 15.30 e le 17.30, a seconda della stagione: l’allevamento all’aperto è uno degli elementi che caratterizzano quest’azienda agricola biologica, nata alla fine degli anni settanta ad Anversa degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila, con l’obiettivo di ridare dignità alla pastorizia, garantire agli animali un’alimentazione di qualità e produrre buonissimi formaggi.
Le pecore lasciano la stalla anche la domenica, che è però un giorno speciale, perché nei fine settimana anche i bambini, con le loro famiglie, possono accompagnare gli animali per una passeggiata fino alla Fonte di Curzio, sopra l’abitato di Anversa. È un itinerario di tre chilometri, tra andata e ritorno, alla portata anche dei più piccoli. “L’idea di proporre ‘Un giorno da pastore’ è nata per far scoprire ai bambini la ricchezza dell’Abruzzo: abbiamo tre parchi nazionali e oltre 30 riserve naturali, le nostre montagne contengono una quantità infinita di biodiversità, sia per quanto riguarda la flora che la fauna” racconta Matteo Stocchi. Ha 35 anni, è originario di Popoli, in provincia di Pescara, e vive ad Anversa da dieci anni. È lui, educatore ambientale, ad accompagnare i gruppi. Alla Porta dei Parchi si occupa anche dell’agriturismo e del progetto Adotta una pecora, difendi la natura, che dal 2000 a oggi ha permesso a migliaia di italiani di adottare un animale a distanza, per un anno o per sempre: in cambio delle spese di manutenzione e di allevamento si ricevono degli sconti sugli eventi pastorali – come la festa della tosatura o quella della transumanza – e sui prodotti derivati dalle pecore (latte, formaggi, ricotta, lana, fertilizzante e, per i non vegetariani, carne). Ma soprattutto è un modo per sostenere la salvaguardia della porzione di territorio presidiato grazie alla pastorizia. “Oggi i partecipanti sono tra i 400 e i 500 all’anno”, racconta Stocchi.
Lupi e orsi
Mentre cammina accanto al gregge descrive le caratteristiche del lupo e dell’orso bruno marsicano, ma anche quelle di aquile e falchi che volteggiano sopra le teste dei piccoli pastori per un giorno. “È una mattina in cui si imparano tante cose sul territorio”, spiega. Arrivati alla Fonte di Curzio, il gruppo torna indietro lungo il sentiero senza le pecore, che invece continuano a camminare ancora un po’ con il pastore, per tornare più tardi.
Per il pranzo in agriturismo si consiglia di non perdersi gli spaghetti alla chitarra con piccole polpette dette pallottine oppure la bistecca del pastore, cioè una fetta di pane con formaggio arrostito.
Il pomeriggio è dedicato al laboratorio di caseificazione: s’impara a fare il formaggio seguendo le indicazioni di Viola Marcelli. Suo padre Nunzio, economista agrario, è stato uno dei fondatori nel 1977 di Asca, la cooperativa che ha in gestione La Porta dei Parchi. La mamma Manuela, invece, si è trasferita qui da Firenze nei primi anni ottanta dopo la laurea in Scienze agrarie e insieme hanno portato avanti il progetto. Dopo quarant’anni Manuela non ha ancora perso l’accento né la voglia di realizzare nuove iniziative: l’ultima, insieme alla giovane Benedetta Morucci, che si è trasferita ad Anversa dal Veneto, si chiama Lamantera e punta a valorizzare la filiera della lana.
Per capire come trasformare la giornata in compagnia delle pecore in una vacanza di due giorni intorno al borgo di Anversa degli Abruzzi basta affacciarsi dal belvedere dell’agriturismo e guardare a valle: dal paese tutte le stradine scendono verso le gole del Sagittario, il fiume che ha scavato questo canyon e che scende verso Sulmona e Popoli per confluire nell’Aterno-Pescara. L’area è una riserva naturale regionale che si estende per circa 450 ettari dal fondovalle fino ai prati, a oltre 1.500 metri sul livello del mare. È anche un’oasi del Wwf, aperta tutto l’anno e a ingresso libero e gratuito: l’entrata e il giardino botanico sono a dieci minuti dal centro storico.
Lungo il sentiero è possibile vedere alcuni fiori endemici di questo territorio, come il fiordaliso del Sagittario (Centaurea scannensis), inserito nella Lista rossa della flora italiana del ministero dell’ambiente oppure, la rarissima efedra dei Nebrodi (Ephedra major).
Dal fondovalle si può inoltre partire per un’escursione lungo il Sentiero geologico: segue il corso del Sagittario tra le profonde gole calcaree modellate dalle acque del fiume in milioni di anni. È un paesaggio davvero affascinante: le più antiche rocce affioranti nella riserva risalgono a 200 milioni di anni fa, mentre le più recenti sono di 5 milioni di anni.
In alto, s’intravede il borghetto di Castrovalva: con una decina di abitanti, è una frazione di Anversa degli Abruzzi resa immortale da una litografia dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher, stampata per la prima volta nel febbraio 1930. Il Sentiero geologico raggiunge Castrovalva e rientra ad Anversa, completando un anello a prova di bambino (l’itinerario è lungo meno di sei chilometri, con un dislivello di circa 300 metri).
Arrosticini
Rientrando dalla gita si può mangiare al ristorante La Fiaccola. Oltre agli arrosticini di pecora, il grande classico della cucina locale, sono da provare due primi piatti della tradizione: gli gnocchi del pastore, immersi in una crema di formaggi tutti prodotti alla Porta dei Parchi (tranne il parmigiano reggiano), e la mugnaia, una specie di spaghettone rustico e grossolano, tirato a mano. È condita con guanciale, funghi, zafferano e pecorino: merita la scarpetta.
Per i più allenati, il cammino fino a Castrovalva lungo il Sentiero geologico è anche il primo tratto del Sentiero della transumanza, un itinerario che celebra il movimento stagionale del bestiame lungo gli antichi tratturi e che dal 2019 è diventato patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Unesco. Anche questa è una tradizione che La Porta dei Parchi ha saputo rinnovare: “Lo spostamento oggi non è più orizzontale, quello celebrato anche da D’Annunzio, verso il Gargano o il Tavoliere delle Puglie, ma verticale. A partire da giugno portiamo gli animali dai 700 metri dell’azienda fino agli stazzi di Chiarano, a 1.666 metri di altitudine. Le pecore restano in montagna finché non arriva il freddo”, racconta Stocchi. Il cammino in compagnia di pecore e pastori (in questo caso non è adatto ai bambini) dura tre giorni. Si percorrono 60 chilometri, con oltre novecento metri di dislivello in salita. La transumanza attraversa i borghi di Frattura Vecchia e Frattura Nuova e termina a Scanno, il paese dell’omonimo lago a forma di cuore.
Un giorno da pastore È possibile partecipare ogni sabato e domenica fino a fine settembre e tutte le domenica di ottobre. Il biglietto costa 35 euro per gli adulti e 15 euro per i bambini (compreso il pranzo in agriturismo). Per ogni data sono disponibili 25 posti. Si prenota online majellando.it
La transumanza È possibile partecipare in tre date: dal 16 al 19 giugno, dal 23 al 26 giugno e dal 7 al 10 luglio. Il percorso dura 4 giorni e 3 notti e il costo è di 290 euro a laportadeiparchi.com/la-transumanza/
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