Questo articolo è uscito il 9 aprile 2022 a pagina 27 del numero 22 dell’Essenziale. Puoi abbonarti qui.
Appena arrivati in Sicilia orientale va chiarito subito ai bambini che per i suoi abitanti l’Etna è femmina. Poi si può passare ai dati geografici, e cioè che si tratta di un vulcano particolarmente attivo, che è il più alto d’Europa e che nel 2013 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco per la sua importanza scientifica e culturale, visto che è studiato da 2.700 anni.
Gli si può raccontare che per i catanesi, quando’a Muntagna è coperta da un manto di neve, “indossa l’abito da sposa”. E spiegare che vivere alle sue pendici è allo stesso tempo motivo di orgoglio e di ansia per gli abitanti perché, come ogni vulcano attivo, si tratta di un organismo vivente, che può esserti amico ma anche nemico.
È poi bello ripassare con i più piccoli quei miti classici necessari a inquadrare meglio “la gigantessa”: per i greci la dea Etna, nelle cui viscere viveva un drago che sputava fuoco, era la figlia di Urano e di Gea, la coppia divina primigenia a cui si riconduceva l’origine del mondo. Per i romani, invece, la Montagna divenne la fornace di Vulcano, il fabbro degli dei. E si possono rispolverare i ricordi dell’Odissea, visto che ai piedi dell’Etna Ulisse incontrò il ciclope Polifemo. Ci sono infine anche i racconti dei santi e delle sante cristiane – una tra tutte, sant’Agata, la patrona di Catania – che avrebbero miracolato interi territori fermando le colate di lava.
Ma, storie a parte, è anche giusto raccontare ai bambini come, nonostante i suoi capricci e le sue eruzioni, l’Etna sia una sorta di antica madre generosa. Sui suoi crateri spenti crescono meravigliose pinete e i terreni sono ricchi di preziosi minerali. Qui l’agricoltura è un fiore all’occhiello e basta guardarsi intorno per accorgersene.
Il minimo di tempo da investire per permettere a visitatori grandi e piccoli di scoprire l’Etna è tre giorni, anche se per godersi davvero le esplorazioni sarebbe meglio puntare a cinque giorni o perfino una settimana. Vestirsi a strati è fondamentale, così come indossare scarponcini e coprirsi braccia e gambe, per proteggersi da piccole ma probabili cadute. Infine bisogna sapere che l’Ente parco dell’Etna è il punto di riferimento più importante per i turisti. A questo punto si è pronti a dirigersi in alta quota e abbracciare con un solo sguardo il mare e la montagna.
Trekking sul cratere
I quattro crateri attivi dell’Etna non possono essere visitati con bambini al seguito. Il trekking sul cratere centrale, a tremila metri di quota e con costanti esalazioni gassose, è impegnativo già per gli adulti. Ma dai dodici anni in su è possibile visitare i crateri Barbagallo di Nicolosi, a 2.900 metri, che si sono formati con l’eruzione del 2002-2003, una delle più imponenti della storia recente dell’Etna. Per raggiungerli si parte dal famoso rifugio Sapienza, a quota 1.910 metri, punto massimo di arrivo per le auto e adiacente alla partenza della funivia.
Il paesaggio dei crateri Barbagallo è lunare: un nerissimo deserto di cenere sia grossolana sia fine, costellato da canaloni dove la lava ha solcato la sua strada lasciandosi alle spalle enormi pareti. Qui l’Etna del versante sud si può sentire “borbottare” attraverso le fumarole di gas ancora calde (ed è per proteggersi dalle loro esalazioni che si trovano bandane in vendita dappertutto). Lasciate che i bambini si divertano a scavare tra sassi e sassolini: solo qui è possibile toccare con mano il calore della terra. “Quando vengono dei ragazzi spesso evoco Mordor, la terra oscura del Signore degli anelli, e loro mi capiscono al volo”, racconta il geologo Saro Calcagno, guida naturalistica. “Il fantasy si materializza sotto i loro occhi e non lo dimenticano più”.
Dai cinque anni in su è possibile arrivare – seguendo il percorso Pietracannone ma evitando, purtroppo, il suggestivo canalone dei faggi – alla valle del Bove, nel comune di Zafferana Etnea. Si tratta di un’enorme depressione a forma di ferro di cavallo che si snoda per un percorso di circa 10 chilometri. In inverno il rischio ghiaccio è alto. Le guide vi aiuteranno a leggere la storia della Montagna e delle sue eruzioni attraverso gli strati delle pareti della valle.
I dicchi, relitti di magma non eruttato a forma tabulare che compongono il paesaggio, sono impossibili da dimenticare.
Flora e fauna
Per quanto riguarda gli animali, con un pizzico di fortuna lungo i sentieri si possono incontrare volpi, poiane o nidi di barbagianni. Le lepri, invece, escono di sera. Per osservare altre specie del luogo si può raggiungere il lago Gurrida di Randazzo, percorrendo un sentiero del versante nord occidentale che è un’ottima possibilità anche per visitatori disabili. Qui l’Etna si vede a distanza ravvicinata, con i suoi due coni spenti, monte Spagnolo e monte Maletto, mentre, soprattutto con l’aiuto di un binocolo, è facile osservare nei dintorni cicogne, aironi e bellissime anatre. Il percorso è piano, ricco di vigneti bicentenari, con tanti luoghi perfetti per un picnic.
Dai 1.500 metri in su fanno la loro apparizione i faggi, mentre, percorrendo l’itinerario di trekking fino ai monti Sartorius – figli di una colata del 1865 e dove da poco la vita è tornata a fiorire – è ancora possibile attraversare un bosco di betulle dell’Etna, vera rarità botanica, e poi muschi e licheni incastonati nelle rocce, micro meraviglie della natura.
A incuriosire i bambini spesso sono le neviere vulcaniche, grotte in cui anticamente si conservava per i mesi estivi la neve dell’Etna, considerata preziosissima. Le neviere si usavano già nell’undicesimo secolo: le spesse pareti nere di lava fungevano da schermo contro il calore e la neve diventava un blocco di ghiaccio da preservare per la bella stagione, quando sarebbe servita a preparare granite e gelati destinati ai signori.
Per le famiglie che amano i giochi di gruppo e gli animatori, i parchi avventura dell’Etna sono una garanzia. La prima differenza tra le varie alternative sta nel tipo di alberi su cui sono costruiti i percorsi e le attrazioni. Al Parco EtnAvventura di Ragalna – raggiungibile a piedi o in bici attraverso distese di boschi e pietra lavica lungo il sentiero Italia – il protagonista è il pino laricio. Mentre il Parco avventura dei Monti Rossi, a Nicolosi, è allestito tra i pini negri e le querce, su cui sono costruiti percorsi più semplici. Il parco Scarbaglio di Milo invece incanta con i suoi lecci.
Tutti offrono percorsi e sfide per bambini anche a partire dai due anni, tra moschettoni, pareti d’arrampicata, ponti tibetani e navi dei pirati. Ma per chi è attirato dai parchi di divertimento più tradizionali, c’è Etnaland. Si trova a Belpasso, lontano dai sentieri della Montagna ma pur sempre nel contesto pedemontano, ed è un parco a tema dotato anche di parco acquatico, parco della preistoria e percorsi botanici.
Il minicucco
Ai bambini divertirà sapere che i nonni di questa regione da piccoli giocavano con delle bacche tonde dal sapore dolce, i frutti del bagolaro dell’Etna, che in dialetto si chiama minicucco. Si lanciavano addosso i noccioli delle bacche con cannucce o cerbottane. Un maestoso esemplare di questo albero si trova in via Meli a Fornazzo, un tranquillo paesino dove trovare la neve in inverno e il riparo dall’afa in estate.
Sull’Etna è buona cosa dimenticare per qualche giorno merendine e succhi di frutta industriali. Molto meglio individuare un fruttivendolo di paese e nutrirsi della natura vulcanica che nel tempo ha accumulato marchi dop e igp, tra varietà rare e antiche di mele e pere, di ciliegie, arance rosse, fichidindia, pistacchi – solo per citarne alcuni– i cui sapori sono inequivocabilmente differenti da quelli che crescono altrove.
Per gli adulti poi ci sarebbe da annaffiare il tutto con gli ottimi vini vulcanici, ma questa è un’altra storia.
Rifugio Sapienza Un classico amatissimo da turisti e non nel versante meridionale dell’Etna. A 10 metri dalla funivia e vicino al parco EtnAvventura. Ristorante tipico.
rifugiosapienza.com
Hotel Milomax A Milo, un hotel piccolo ma in posizione strategica e adatto alle famiglie. Cucina ottima a prezzi convenienti.
hotelmilomax.it
BoscOscuro Si pernotta in camere che sono vere opere d’arte realizzate da artisti e artigiani siciliani. È un antico casale a Ragalna. Ristrutturato e circondato da un parco con roseto.
boscoscuroetna.com
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