Ormai lo chiamano tutti ’o direttore. Ma quando ha lanciato la sua sfida nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul suo successo. Agostino Riitano è la mente dietro la nomina di Procida a capitale della cultura per il 2022. È stato lui a elaborare un progetto che ha sorpreso per la sua originalità e che ha vinto a mani basse, sbaragliando candidature assai più blasonate.
Dopo che ha partecipato alla direzione artistica del progetto per Matera capitale europea della cultura 2019, molte città italiane lo hanno contattato per preparare un dossier di candidatura. “Poi un giorno mi ha telefonato il sindaco di Procida. Ci ho pensato una notte. La mattina dopo l’ho richiamato e gli ho detto: proviamoci”. A stimolarlo è stato proprio il brivido dell’impresa impossibile. “Tutte le altre città avevano delle possibilità di vincere. Procida invece era l’utopia: la piccola isola che aspirava a diventare capitale. Ecco, mi piaceva l’idea di provare a far trionfare l’utopia”.
Riitano è uno dei più apprezzati imprenditori culturali italiani. Ha un curriculum interminabile, che comprende progetti di rigenerazione urbana e culturale a cui ha partecipato in Italia e all’estero, soprattutto in America centrale. Si definisce “vesuviano di origine, nomade per vocazione e manager per attitudine”. Ma è la prima caratteristica quella che prevale sugli altri. Riitano è vulcanico come il paese che lo ha visto nascere, Torre del Greco. È frenetico come Napoli, la città dove è cresciuto professionalmente. Se si muove senza sosta, animato da un furore creativo che gli fa generare progetti e idee, il suo baricentro mentale rimane piantato tra il golfo e il Vesuvio. Un aneddoto ben descrive questo lato del suo carattere: una notte, quando viveva a Matera, ha sentito un desiderio dei suoi luoghi talmente pressante che ha chiamato un taxi e si è fatto portare a Napoli. “Sono andato a rigenerarmi un momento”, dice. Era troppo urgente: non avrebbe potuto aspettare la mattina successiva e più banalmente prendere un treno.
Isole in rete
Mentre attraversiamo il centro di Napoli per andare al ristorante che ha scelto per il pranzo – “un posto semplice ma vero, rimasto al riparo dal turistificio” – le persone lo fermano per complimentarsi o proporgli eventi più o meno astrusi da fare a Procida. “Qualche giorno fa mi ha chiamato un tizio uscito da poco di galera che voleva organizzare uno spettacolo nell’ex carcere borbonico dell’isola. Ha detto: l’ex detenuto nell’ex prigione, è una bomba. Tra le proposte che ricevo quotidianamente è una delle meno strampalate”.
Lavorare per Procida vuol dire tornare alle esperienze delle origini, alla sua formazione, ai progetti di riqualificazione al rione Sanità, ai laboratori teatrali a Scampia. E a quella casa che non ha mai veramente abbandonato, al baricentro sospeso tra il mare e il vulcano. Alla Napoli cosmopolita dell’Istituto per gli studi filosofici, alla città brulicante e meticcia che si annida nei vicoli dei quartieri spagnoli, al porto e al mare Mediterraneo luogo di incontri, scambi, contaminazioni.
Ci rintaniamo nel ristorante, un bugigattolo incuneato in una viuzza dietro a via Toledo: la Taverna del buongustaio ha pochi tavoli in legno e un menù scritto a mano con i grandi classici della cucina napoletana, dalla pasta patate e provola ai maccheroni alla genovese, dalle alici imbottite ai friarielli. Giusy e il padre Gaetano lo gestiscono come il salotto di casa: i clienti sono quasi tutti abituali, come lo è Riitano. Preso dall’organizzazione degli eventi che si apriranno in primavera, è visibilmente stanco. Dorme da due a tre ore a notte, sopraffatto dall’adrenalina. La tensione che lo attraversa è tradita solo dalla foga con cui si getta sul pane e sulle gustose polpette al sugo che ha ordinato.
Mi racconta come ha messo insieme il dossier per la candidatura, come ha convinto la commissione a scegliere Procida quale capitale della cultura: “Abbiamo sfruttato l’insularità, che di fatto è una condizione di tutto il genere umano, come una risorsa invece che come un ostacolo. Abbiamo messo in rete altre isole in Italia e nel mondo e coniato lo slogan della candidatura: la cultura non isola”.
Piccoli eventi
Riitano si ritiene un “artigiano dell’immaginario”, come recita il titolo di un suo libro-manifesto. È convinto che la cultura debba essere declinata in modo diverso in ogni luogo, trovare una forza che sia legata al territorio, coinvolgere in prima persona gli abitanti. “L’artigiano dell’immaginario è un aggregatore sociale. È una persona che vede le potenzialità delle comunità e ne favorisce lo sviluppo”. Sulla base di queste convinzioni, ha promosso la creazione collettiva di progetti di successo a Matera e ne sta organizzando anche a Procida. “Più del 50 per cento del programma vuole essere frutto di processi di cooperazione, in cui gli abitanti sono parte attiva”.
Riitano preferisce evitare i grandi eventi, che sono difficili da gestire e lasciano poco sul territorio. “Non lo abbiamo fatto a Matera e di certo non voglio farlo a Procida: trasformare questi luoghi in Disneyland provvisorie. Il programma è fatto di tanti eventi piccoli, di grandissima qualità, in cui mettiamo in rete conoscenze, pratiche, passioni”. Per questo l’esperienza di Procida vuole essere anche la proposta di un altro modello culturale, non più basato sulle città d’arte e sulla monocoltura turistica. “Abbiamo mandato il messaggio che chiunque ce la può fare, basta che sappia valorizzare le proprie specificità. E sono contento che molti piccoli centri si sono candidati per l’edizione 2024”.
Oggi l’artigiano dell’immaginario diventato direttore ha una nuova sfida di fronte a sé: convincere tutti che la cultura non solo non isola, ma contribuisce a creare relazioni profonde, solidali e durature al servizio delle comunità. Che insomma l’utopia di Procida si può replicare e diventare esempio per attività e processi culturali innovativi.
La taverna del buongustaio
via Basilio Puoti 8, Napoli
1 pasta patate e provola € 7,50
1 alici fritte € 7,50
1 polpette € 9,00
1 friarielli € 4,00
1 acqua minerale € 2,00
1/4 vino della casa € 4,00
Pane e servizio € 4,00
Totale € 38,00
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