×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Un ospite della comunità. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Durante una sessione di musicoterapia a Casa Zacchera. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
In una stanza di Casa Zacchera, senza sbarre e sempre aperta. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Ospiti della comunità giocano a biliardino. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
La sala tv. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Casa Zacchera. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
In una stanza di Casa Zacchera. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Per le strade di Sadurano, gli ospiti della comunità aiutano a sistemare le aree verdi. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Un corridoio di Casa Zacchera, senza sbarre e con apertura porte antipanico. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Un ospite di Casa Zacchera fotografato con un cesto usato per la produzione dei formaggi nella cooperativa agricola San Giusepppe, sulle colline di Sadurano, dove di giorno lavora come casaro. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Ospiti della comunità in una gelateria di Castrocaro. (Alessandro Grassani, Luzphoto)
Per le strade di Sadurano. (Alessandro Grassani, Luzphoto)

Mai più dietro le sbarre

Il 31 marzo scade il termine per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (opg), che il presidente Giorgio Napolitano nel 2011 aveva definito “estremo orrore, inconcepibile in qualsiasi paese appena civile”.

Negli opg sono ricoverate circa 740 persone, e almeno 450 di loro saranno trasferite in una residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (rems), strutture sociosanitarie che ospitano non più di venti persone, prive di sbarre ma dotate di sistemi antievasione, destinate a chi deve continuare a scontare una pena restrittiva.

Poche le regioni che si sono già attrezzate. Tra queste l’Emilia Romagna, dove già dal 2010 a Sadurano, in provincia di Forlì, è aperta Casa Zacchera. Da manicomio criminale a comunità aperta, senza né sbarre né cancelli, il primo esperimento in Italia è rimasto top secret per due anni. Le foto sono del 2010.

pubblicità