×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Sohidar, 25 anni, parla con il marito Muhammad Shamin, 30 anni, che lavora in Malesia, il 31 gennaio. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Una baracca allestita con delle postazioni collegate a internet, il 15 febbraio. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Norbanu, 60 anni, parla con il fidanzato della figlia che si trova in Indonesia, il 14 febbraio. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Jeweliyar, 35 anni, a sinistra, con la madre Toryubar, 65 anni, il 31 gennaio. Jeweliyar conta i soldi che fanno parte di un riscatto di 1.500 dollari richiesto per la sorella di 23 anni, rapita dai trafficanti e nascosta in Malesia. Come molti, la donna affida i soldi al gestore dell’internet point che viene incaricato di spedirli ai rapitori. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
In un internet point del villaggio, il 15 febbraio. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Rahana, 32 anni, piange mentre parla con i trafficanti che hanno preso il figlio dodicenne, il 29 gennaio. La donna ha già mandato 1.100 dollari di riscatto ma i trafficanti ne vogliono altri 300. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Muhammad Eliyas, 23 anni, parla con il fratello di 17 anni che è tenuto in ostaggio dai trafficanti., il 31 gennaio. Ha consegnato 1.500 dollari al gestore dell’internet point per riavere il fratello. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Un ragazzo guarda l’interno di un internet point, il 15 febbraio. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Noor Zirarmad, 67, parla con il figlio che vive in Malesia, il 15 febbraio. Il ragazzo ha inviato 100 dollari al padre per pagare le medicine necessarie alla madre. (Minzayar, Reuters/Contrasto)
Un uomo usa un computer in un internet point del villaggio, il 15 febbraio. (Minzayar, Reuters/Contrasto)

Ultimi tra gli ultimi

Secondo le Nazioni Unite quella dei rohingya, un’etnia della Birmania, è una delle minoranze più perseguitate nel mondo: non possono prendere la cittadinanza birmana, non gli è consentito viaggiare senza un permesso ufficiale, possedere terreni e, inoltre, sono tenuti a firmare un impegno a non avere più di due figli. Di religione musulmana, sono originari dello stato di Rakhine, nell’ovest della Birmania, ma almeno centomila di loro sono relegati in ghetti o nei campi profughi in Bangladesh e sulla zona al confine con la Thailandia.

Ogni anno migliaia di rohingya fuggono nei paesi confinanti e molti di loro finiscono ostaggio di trafficanti di essere umani che chiedono un riscatto alle loro famiglie. Solo attraverso gli internet café aperti nei villaggi, i parenti riescono a mantenere i contatti con i loro cari o con i loro sequestratori.

Le foto sono state scattate nel villaggio di Thae Chaung, nello stato di Rakhine, tra il 29 gennaio e il 15 febbraio 2015.

pubblicità