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Una studentessa suona il piano durante una lezione nella scuola di musica di Mariupol, il 2 giugno 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Un bar di Mariupol, il 31 maggio 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
La cerimonia per il giuramento dei cadetti della Guardia nazionale ucraina a Zaporizhia, il 23 maggio 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Una spiaggia di Mariupol, il 24 maggio 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Natalia Vynokurova, una ex pianista che viveva in Russia, nel suo appartamento a Mariupol, il 26 maggio 2015. Natalia è disoccupata e per mantenersi vende in strada cibo che prepara in casa. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Bambini giocano nella piazza Svobody, a Charkiv, il 25 maggio 2015, dove c’era la statua di Lenin abbattuta il 28 settembre 2014. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Una ex casa di cura occupata dai combattenti della formazione di estrema destra Pravy Sektor, a Mariupol, il 30 maggio 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Un tram di Mariupol, il 27 maggio 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Un soldato ucraino in un edificio colpito dai bombardamenti dei separatisti filorussi, a Shyrokyne vicino a Mariupol, il 3 giugno 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)
Un uomo ubriaco dorme in un parco al centro di Mariupol, il 31 maggio 2015. (Jérôme Sessini, Magnum/Contrasto)

Diario di guerra

Il fotografo francese Jérôme Sessini ha seguito il conflitto in Ucraina fin dal suo inizio: dalle manifestazioni del 2013 a Kiev allo scoppio della guerra nell’est del paese. Era anche sul luogo in cui è precipitato l’aereo della Malaysia Airlines, abbattuto da un missile con trecento persone a bordo.

Almeno 6.400 persone sono morte nel conflitto tra l’esercito di Kiev e le truppe filorusse, e più di un milione di persone hanno dovuto abbandonare le loro case.

Nel suo viaggio nelle regioni orientali dell’Ucraina, Sessini ha fotografato la vita quotidiana nelle zone controllate da Mosca e in quelle russofone che sono ancora amministrate da Kiev, come la città di Mariupol. In città le strade si svuotano alle otto di sera, i negozi e i ristoranti sono chiusi, i generi alimentari scarseggiano, i giovani si arruolano nell’esercito e su tutto domina una sensazione di tensione e di attesa.

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