La rotta dei Balcani
I paesi balcanici sono diventati un percorso molto battuto da profughi e migranti diretti in Europa.
Secondo Amnesty international, dal 2010 il numero di persone fermate mentre attraversavano la frontiera tra Serbia e Ungheria è aumentato di oltre il 2.500 per cento, passando da 2.370 a 60.602.
Il percorso dei rifugiati e migranti via mare dalla Turchia alla Grecia e poi via terra attraverso la Macedonia, la Serbia e l’Ungheria fa meno vittime di quello del Mediterraneo, ma è comunque pericoloso. Migranti, profughi e richiedenti asilo hanno riferito di aver subìto molte violenze da parte della polizia serba, al confine con l’Ungheria, ma anche al confine macedone dove la polizia di frontiera locale è accusata spesso di violenze e rapine a discapito dei migranti.
Nel 2014, solo dieci richiedenti asilo hanno ricevuto lo status di rifugiato in Macedonia, e solo a una persona è stato concesso l’asilo in Serbia. La maggior parte dei migranti e richiedenti asilo continua quindi il viaggio in Ungheria, che nel 2014 ha concesso asilo a 240 persone.
Dei circa 21mila rifugiati e migranti che hanno percorso la rotta dei Balcani occidentali nel 2014, più della metà proviene dalla Siria. Il resto arriva da Afghanistan, Egitto, Eritrea, Iraq, Nigeria, Somalia, Sudan e Tunisia.
Il 14 luglio 2015 è cominciata la costruzione di una recinzione al confine tra Ungheria e Serbia per impedire a profughi, richiedenti asilo e migranti di attraversare la frontiera.
Le immagini di Giulio Piscitelli sono state scattate tra l’11 e il 14 luglio 2015 al confine tra Serbia e Ungheria, nei pressi della cittadina di Kandija.