Tutte le facce di Olivier Culmann
Oliver Culmann, fotografo francese e fondatore del collettivo Tendance Floue, ha vissuto e lavorato per molti anni in India ma nel 2009 ha smesso di fotografare il paese per cominciare un progetto più personale, The others, che il museo Nicéphore Niépce di Chalon-sur-Saône espone fino al 17 gennaio 2016.
Concluso nel 2013, il progetto è composto da più di 130 opere con cui il fotografo si interroga sull’elaborazione dello status sociale attraverso la costruzione dell’immagine di sé ed esplorando i limiti del mezzo fotografico.
Culmann lavora sui codici sociali ed estetici dell’India e sulla loro rappresentazione con una serie di autoritratti che definiscono diverse tipologie di indiani e che ricostruiscono l’identità di un individuo grazie all’abbigliamento, la classe sociale, il lavoro e i luoghi in cui vive. Non vuole categorizzare la società indiana e nemmeno analizzare la sua identità: l’autore è interessato solo a esplorare le convenzioni sociali che danno forma alla nostra immagine.
The others è stato costruito in quattro fasi. Nella prima sono stati realizzati degli autoritratti negli studi fotografici di diverse città indiane, come New Delhi, Chennai e Bombay. Nella seconda fase Culmann è passato alla manipolazione digitale, creando al computer gli sfondi davanti al quale si mette in posa. Il restauro delle vecchie foto di famiglia è una pratica molto diffusa in India e praticata soprattutto nel caso di familiari defunti. Queste immagini hanno un valore soprattutto simbolico e quindi nella ricostruzione non è importante essere realistici.
Così, per la terza fase Culmann ha affidato ad alcuni laboratori gli autoritratti strappati, chiedendo di ricostruire per intero l’immagine e ricolorarla a loro piacimento. Nella quarta fase entra in gioco la pittura. Culmann ha dato a un pittore indiano delle versioni in bianco e nero dei suoi autoritratti e gli ha chiesto di riprodurli nello stile usato in India nei manifesti pubblicitari, come le locandine dei film di Bollywood.
Oltre alla mostra, il progetto è diventato anche un libro disponibile anche in edizione limitata (Éditions Xavier Barral, 2015).