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Working morning, 2014. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
The tailor’s wife, 2014. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Somewhere in Kazimierz, 2016. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Ascending, 2015. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Measuring, 2015. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
The potato eaters, 2014. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Shacharis (Morning prayers), 2015. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Couple in the street, 2014. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Once upon a time, 2015. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Choshech (Darkness), 2015. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Pale light, 2015. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)
Mystery and melancholy of a street, 2016. (Richard Tuschman, Per gentile concessione della galleria Klompching)

C’era una volta in Polonia

Dopo il successo di Hopper meditations, l’artista statunitense Richard Tuschman (1956) torna alle sue origini polacche con il progetto Once upon a time in Kazimierz, storia di una famiglia ebrea ambientata negli anni trenta a Cracovia.

Il quartiere ebraico di Kazimierz – che nel 1935 era abitato solo da ebrei poveri e ultraconservatori, come ha scritto lo storico Meir Balaban – è usato come metafora della perdita e della decadenza. Le immagini realizzate in studio da Tuschman raffigurano personaggi su cui pesa la consapevolezza di un destino condannato dall’imminente olocausto. Rendendo omaggio a Balthus, de Chirico e Vermeer, l’artista racconta piccole storie fatte di dolore e legami familiari fragili, in cui sono rari i momenti di affetto e tenerezza.

Come già in Hopper meditations, Tuschman continua a lavorare su piccoli set accuratissimi, costruiti da lui stesso, in cui inserisce successivamente al computer i modelli in carne e ossa fotografati a parte. Questo metodo amplifica volutamente l’impatto cinematografico e irreale che contraddistingue le opere dell’artista, che tuttavia lascia spazio allo spettatore di immergersi nel racconto e immaginarne di propri.

Once upon a time in Kazimierz è presentato in anteprima alla galleria Klompching di New York, fino al 9 aprile 2016.

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