C’era una volta in Polonia
Dopo il successo di Hopper meditations, l’artista statunitense Richard Tuschman (1956) torna alle sue origini polacche con il progetto Once upon a time in Kazimierz, storia di una famiglia ebrea ambientata negli anni trenta a Cracovia.
Il quartiere ebraico di Kazimierz – che nel 1935 era abitato solo da ebrei poveri e ultraconservatori, come ha scritto lo storico Meir Balaban – è usato come metafora della perdita e della decadenza. Le immagini realizzate in studio da Tuschman raffigurano personaggi su cui pesa la consapevolezza di un destino condannato dall’imminente olocausto. Rendendo omaggio a Balthus, de Chirico e Vermeer, l’artista racconta piccole storie fatte di dolore e legami familiari fragili, in cui sono rari i momenti di affetto e tenerezza.
Come già in Hopper meditations, Tuschman continua a lavorare su piccoli set accuratissimi, costruiti da lui stesso, in cui inserisce successivamente al computer i modelli in carne e ossa fotografati a parte. Questo metodo amplifica volutamente l’impatto cinematografico e irreale che contraddistingue le opere dell’artista, che tuttavia lascia spazio allo spettatore di immergersi nel racconto e immaginarne di propri.
Once upon a time in Kazimierz è presentato in anteprima alla galleria Klompching di New York, fino al 9 aprile 2016.