×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Aaron Drake, responsabile medico della fondazione Alcor Life Extension a Scottsdale, Arizona, agosto 2009. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Ala di cura dei pazienti nella fondazione Alcor Life Extension di Phoenix, Arizona, ottobre 2006. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
La conservazione del dna a casa di David ed Ellen Styles a Macclesfield, Cheshire, febbraio 2009. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Frank, futuro paziente, a Peacehaven, East Sussex, maggio 2007. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Criostati nel Cryonics Institute, a Clinton, nel Michigan, aprile 2010. I criostati sono apparecchiature che conservano a bassissime temperature. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
La fondazione Alcor Life Extension, Scottsdale, Arizona, dicembre 2012. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Una custodia per i pazienti, nella fondazione Alcor Life Extension, Scottsdale, Arizona, agosto 2009. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Un contenitore nell’impianto KrioRus ad Alabushevo, vicino a Mosca, settembre 2010. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Margaret Kiseleva con una foto della madre, Ludmila, prima di farla crioconservare nell’impianto KrioRus ad Alabushevo, vicino a Mosca, settembre 2010. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)
Nel Cryonics Institute a Clinton, nel Michigan, marzo 2007. (Murray Ballard, Per gentile concessione della GOST Books)

Sogni d’immortalità

La vita dopo la morte è diventato un argomento anche scientifico: da una cinquantina d’anni alcuni ricercatori si dedicano alla crionica, la pratica di preservare il corpo delle persone morte – o solo il loro cervello – portandolo a temperature vicine ai duecento gradi sotto lo zero. Questa pratica è stata esposta per la prima volta da Robert Ettinger, che nel 1962 pubblicò The prospect of immortality. Il libro diffuse l’idea di crionica nella speranza che i progressi della scienza un giorno potrebbero ridare la vita alle persone ibernate subito dopo la morte legale.

Oggi un libro del fotografo Murray Ballard ripercorre un’indagine durata nove anni sulla pratica ideata da Ettinger. Il libro di Ballard, anch’esso intitolato The prospect of immortality (pubblicato da GOST books), documenta la piccola ma convinta comunità crionica internazionale, che va dalla città inglese di Peacehaven – paradiso dei pensionati – ai laboratori ad alta tecnologia dell’Arizona o ai rudimentali impianti della KrioRus, alla periferia di Mosca. In tutto il mondo ci sono circa 200 pazienti ibernati in modo permanente in azoto liquido e altre duemila persone hanno firmato per essere sottoposti alla crionica dopo la morte.

Il progetto di Ballard combina le foto dei procedimenti tecnici della crionica e i ritratti delle persone che scelgono disottoporvisi. Il fotografo ha cercato di prendere una posizione oggettiva, permettendo al lettore di farsi un’opinione sull’etica della pratica.

pubblicità