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Profughi eritrei nuotano verso i soccorsi. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Un uomo si aggrappa alla barca con cui i profughi sono partiti dalla Libia. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Un gruppo di profughi salvati. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Un bambino a bordo dell’imbarcazione su cui viaggiavano i profughi. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Gli oggetti personali bagnati di un profugo che era sulla barca. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Un profugo viene aiutato a salire sul gommone dei soccorsi. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Vestiti e altri oggetti personali dei profughi. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)
Un profugo dorme sull’imbarcazione dell’ong Proactiva open arms, dopo il salvataggio. (Emilio Morenatti, Ap/Ansa)

Salvataggio nel mar Mediterraneo

Il 29 agosto circa 6.500 migranti che cercavano di raggiungere l’Italia sono stati salvati nel mar Mediterraneo, nel corso di una delle più grandi missioni di soccorso della guardia costiera. Le operazioni di salvataggio, quaranta in tutto, si sono svolte a Sabratha, a circa 20 chilometri dalla costa libica e hanno coinvolto Frontex e le due ong Medici senza frontiere e Proactiva open arms. Molti dei profughi sono eritrei e somali, tra di loro c’era anche un bambino di cinque giorni.

Il giorno prima, il 28 agosto, un’altra operazione della guardia costiera italiana aveva messo in salvo 1.100 persone sempre nella stessa zona. I trafficanti di esseri umani imbarcano nei loro pescherecci vecchi e insicuri così tante persone che è altamente improbabile che riescano a raggiungere l’Italia, a meno che non vengano soccorsi.

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nei primi sei mesi del 2016 circa 221mila migranti sono riusciti a raggiungere le coste europee, mentre 2.888 persone sono morte durante il viaggio.

Le fotografie sono state scattate dal fotografo dell’Ap Emilio Morenatti.

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